Anche la Cina è “irritata” per le sperimentazioni del vicino alleato che se ne infischia delle preoccupazioni della comunità internazionale
Se qualcuno aveva dei dubbi sul perché Obama aveva spostato gl’interessi strategici americani verso il Pacifico, abbandonando l’Europa, ora ha capito i motivi della scelta. Non c’è soltanto che quell’area comprende il 60% dell’economia mondiale, non c’è, ancora, che il grande bacino del Pacifico vede una potenza – la Cina – svilupparsi e minacciare gli equilibri del mondo, c’è che in quell’area esiste una minaccia, rappresentata dalla Corea del Nord, che è uno degli Stati canaglia, pronti a tutto, ma in modo particolare senza scrupoli.
La Corea del Nord, 25 milioni di abitanti, è una Repubblica popolare comunista, con una dinastia al potere che vede Kim Jong Un attuale gerarca, succeduto al padre Kim Jong Il morto nel novembre del 2011, a sua volta succeduto al padre Kim Jong, al potere dopo la seconda guerra mondiale. Un terzo della popolazione vive in condizioni da fame, un’altra metà se la passa un po’ meglio, ma sempre a livelli da sottosviluppo, con uno dei più bassi tassi di rispetto dei diritti umani.
Ebbene, la Corea del Nord spende la maggior parte delle sue risorse negli armamenti. Sono anni che cerca di dotarsi di ordigni nucleari, senza riuscirci, perché periodicamente il Paese è devastato da tragedie umanitarie di tipo alimentare. Ogni volta che si trova in brutte acque, chiede aiuti economici a Washington con l’impegno di rinunciare al nucleare, poi, ricevuti gli aiuti, li destina agli armamenti. L’Onu ha stabilito delle sanzioni commerciali ed economiche che vengono applicate senza eccessive rigidità in quanto a rimetterci è la popolazione civile.
La Corea del Nord ha potuto contare sulla protezione della Cina, che peraltro mal sopporta il suo infido alleato e lo sta dimostrando in occasione del lancio del missile Unha-3 a lunga gittata che può colpire gli Stati Uniti. Questo è l’ennesimo tentativo di sperimentazioni di razzi a lunga gittata, tutti falliti, specie l’ultimo, effettuato in aprile e che stava per cadere proprio sulla testa di chi l’aveva lanciato. Quest’ultimo lancio, avvenuto la settimana scorsa, ha avuto successo. Significa che il razzo può essere armato di una testata nucleare.
Il lancio era proibito dall’Onu che ha impedito appunto lanci di missili balistici, ma la Corea del Nord ha fatto sapere di aver differito il tentativo, mentre non era vero, eludendo i controlli. Ora ci saranno sanzioni aggiuntive.
La Corea del Nord aveva motivato il lancio per scopi civili, dicendo che si trattava di un satellite per la meteorologia. Va da sé che la cosa non è sfuggita agli Usa, che hanno seguito le fasi del lancio e ne hanno riconosciuto il successo. La Cina, dal canto suo, non ha nascosto la sua irritazione per “la mancanza di riguardo per le preoccupazioni della comunità internazionale”, anche se poi ha fatto buon viso a cattivo gioco. Alleati sì, ma non a rischio di compromettere i difficili equilibri della regione che non ha soltanto problemi di rivendicazioni territoriali (isole nel Mar di Cina meridionale), ma anche di rapporti tradizionalmente tesi (Cina e Giappone).
Gli Usa stanno traslocando dall’Iraq e dall’Afghanistan e convoglieranno risorse verso il Pacifico, con basi navali in Australia e Giappone, oltre che in Corea del Sud, per un grande scudo spaziale capaci di tenere la regione in sicurezza. La stessa cosa è già da tempo in discussione nell’Europa dell’Est, segnatamente in Polonia e nella Repubblica Ceca, rivolto verso il Sud (Iran), ma, secondo la Russia, contraria per motivi di sicurezza interna, non solo verso il Sud ma anche, all’occorrenza, verso il Nord, cioè verso la Russia stessa. Di qui la diffidenza, appesantita dal fatto che la Russia è a due passi dalla stazione posizionata in Polonia.
Dopo il lancio del missile balistico della Corea del Nord, l’Onu è in allarme. Non sono escluse altre sanzioni, oltre a quelle già in atto.