“Partire è un po’ morire”… diceva l’incipit di una poesia (Edmond Haracourt) e il significato è ben chiaro a noi italiani all’estero. Quando l’autore scrisse questi versi si riferiva a quel sentimento malinconico di chi parte per nuovi luoghi tenendo stretto nel cuore quello che si lascia alle spalle. Chi di noi expat non ha sempre vivo questo sentimento ripensando ai nostri luoghi di origine? Non significa che vogliamo necessariamente tornare indietro, nemmeno che rifiutiamo la terra che ci ha accolto e che sentiamo in un certo senso anche come casa, ma il desiderio tenace che gli italiani dimostrano nel voler tornare a casa per le feste natalizie, ci rende chiaro come siamo sempre avidamente attaccati alle nostre origini. Nulla può fermarci, neanche una pandemia, come quella che stiamo vivendo in questi tempi.
Dopo l’ultimo decreto italiano, si è risvegliato il sentimento degli espatriati che ogni anno aspettano il Natale per tornare a casa per le feste. È chiaro che il decreto è stato studiato per scoraggiare le partenze per e dall’Italia, in modo da indurre noi italiani all’estero a rinunciare al tanto atteso ritorno per le feste proprio per l’impossibilità di seguire le complicate regole. Nonostante questo, molti partiranno ugualmente perché è un viaggio programmato da tempo, perché le feste devono essere onorate, perché è triste rimanere da soli, perché si ha parte della famiglia in Italia, o anche perché il Covid non è contemplato (l’idea che sia una semplice influenza leggermente più forte è ancora largamente diffusa). Nel frattempo l’Italia è diventata tutta (o quasi) gialla, i negozi hanno ripreso l’attività e la gente si è lanciata allo shopping natalizio, queste buone notizie (senza considerare i contagi, i ricoveri e le morti) non fanno che accrescere il desidero di ritornare a casa, ma tutte le restrizioni che sono state emanate con l’ultimo Dpcm, ci suggeriscono invece che è meglio rimanere dove siamo.
Tutti gli esperti in materia affermano che il comportamento durante le feste potrebbe determinare l’andamento dell’epidemia a gennaio, quando la terza ondata potrebbe prendere le sembianze di uno tsunami. Non le solite “pace, amore e gioia nei cuor…”, ma disciplina, responsabilità e autocontrollo sono fortemente richieste agli italiani per questo Natale. “Partire è un po’ morire” potrebbe, nel 2021, prendere un nuovo, diverso significato…