La salute sta anche in cucina: non solo in quel che si mangia ma anche nel recipiente dove si cucina. Per circa 20 donne su cento, mangiare verdure bollite in una pentola di acciaio inossidabile alla lunga potrebbe essere un problema. Perché? Potrebbe insorgere una forma di allergia al nichel, il metallo contenuto in una certa quantità (8-10%) nelle padelle e nelle pentole più diffuse.
In genere si pensa che questa allergia sia solo da contatto, quando cioè si indossano orologi, orecchini, collane, anelli contenenti nichel. Questo è il caso più frequente, ma non è l’unico.
Nelle pentole si mettono pasta, verdure che vengono immerse nell’acqua. Durante la fase di ebollizione si favorisce uno scambio con il cibo di ioni metallici.
Il nichel, seppure in minime quantità, viene introdotto nell’organismo e, anche se poi sarà in gran parte eliminato, alla lunga – sottolineiamo alla lunga – può risultare dannoso alle persone predisposte all’allergia.
Cosa fare? Evitare di cuocere i cibi nelle pentole d’acciaio inox o comunque non farlo sempre e solo in quelle.
Il nichel viene usato per aumentare la resistenza alla corrosione, la facilità di pulitura ed una maggiore igiene.
Esistono linee guida dell’Unione Europea per la produzione di acciaio inox senza nichel, al posto del quale, ad esempio, potrebbe essere impiegato manganese. Tuttavia, le linee guida non sono una legge, sono solo indicazioni, che spesso non vengono seguite.
Per le persone che soffrono di queste allergie l’unica possibilità sicura è quella di usare casseruole di altri materiali.
Il migliore è il titanio, anche se è più costoso. Consigliabile anche il più economico alluminio nella versione ricoperta di teflon, che rende pentole e casseruole antiaderenti.