Gentiloni: Europa cambi o Schengen è a rischio
Diverse migliaia di migranti – per lo più siriani, ma anche iracheni, pachistani e bangladesi – stanno faticosamente cercando di raggiungere il Nord dell’Europa dopo essere riusciti ad oltrepassare la frontiera tra Grecia e Macedonia. Molti sono già arrivati nel Sud della Serbia, grazie anche ai pullman messi a disposizione dalle autorità macedoni che prima hanno tentato di bloccare il flusso alla frontiera Sud, adesso invece hanno accelerato il passaggio verso la Serbia.
Nel villaggio di Miratovci, alla frontiera serbo-macedone, le autorità hanno distribuito viveri e coperte e hanno cominciato a distribuire i documenti che permetteranno ai migranti di proseguire il viaggio verso Belgrado e il Nord della Serbia, per poi raggiungere l’Ungheria, paese membro dell’Unione europea. Più a Sud, a Gevgelija, frontiera tra Grecia e Macedonia, un migliaio di migranti attende ancora di muoversi verso Nord su bus o su treni, per percorrere lo stesso tragitto.
Vertice franco-tedesco
Domenica scorsa il vice-cancelliere socialdemocratico tedesco Sigmar Gabriel aveva definito l’attuale crisi dei rifugiati come “la sfida più importante che la Germania si trova ad affrontare dai tempi della Riunificazione”. La cancelliera ha promesso al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker di presentare a settembre un piano per il superamento della crisi dei migranti. Merkel punta a fare breccia, grazie al sostegno francese, nel compatto fronte dei Paesi Ue dell’Est europeo che si oppongono all’ipotesi di quote obbligatorie per l’accoglienza dei rifugiati. La Germania stima di dover accogliere, solo quest’anno, circa 800mila rifugiati. Un numero che il Paese – secondo le parole del suo ministro degli Interni Thomas de Maiziere – può affrontare per uno-due anni, ma non più a lungo. La Francia accoglie meno rifugiati, ma si deve confrontare con emergenze a Nord, nella regione di Calais, e a Sud, con i flussi provenienti dall’Italia. Germania e Francia tenteranno anche di dare una definizione più precisa di quegli Stati da cui saranno respinte le richieste di asilo e verso i quali quindi saranno rinviati i migranti. Un nodo complicato, dato che con alcuni di questi, come ad esempio l’Albania, sono in corso trattative per l’adesione all’Ue.
Il messaggio di Gentiloni
“Sull’immigrazione l’Europa rischia di dare il peggio di sé tra egoismi, decisioni in ordine sparso e polemiche fra Stati membri. Sono preoccupato. Oggi è su questo che l’Europa o ritrova la sua anima o la perde davvero”. Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni – intervistato dal Messaggero – occorre condivisione e vanno quindi rivisti i Trattati di Dublino che impongono ai rifugiati la destinazione finale del Paese di approdo.
“La mancanza di condivisione è il macigno che rischia di far scricchiolare l’Europa stessa. Sembra quasi che non ci sia consapevolezza delle caratteristiche della nuova immigrazione: i numeri; le difficoltà di distinguere motivazioni di guerra, politiche, economiche; la forza crescente delle organizzazioni di trafficanti. La Commissione ha provato a lanciare un’agenda comune, sulla scia del vertice straordinario promosso dall’Italia, ma ora quell’agenda va rilanciata”, ammonisce il ministro, per il quale è a rischio “no dei pilastri fondamentali dell’Unione europea: la libertà di circolazione delle persone”. “Le regole dell’accoglienza – sostiene Gentiloni – devono essere europeizzate”.
Askanews