La costruzione della linea di Alta velocità tra Torino e Lione continua ad infiammare gli animi, soprattutto in Piemonte e nelle
Regioni vicine, mentre l’esecutivo giallo-verde comincia infine a mostrare sul punto qualche segno di incertezza e sembra ora parlare della TAV con linguaggio più diplomatico.
A quanto si legge sui media, il rapporto della commissione di esperti, presieduta dal prof. Ponti, avrebbe decretato l’inutilità dell’opera, sia per i costi troppo elevati, sia anche per i danni ambientali previsti. Non stupisce perciò che il rapporto sia stato secretato dal governo , che preferisce, in tutta evidenza, prendere tempo.
Il fatto grave, secondo me, è rappresentato dalla minaccia delle Regioni del Nord di indire un referendum, pro o contro la Tav, cui, a questo punto, potrebbero unirsi anche le Regioni del Sud, dove la carenza di moderne infrastrutture ferroviarie è, in fondo, ben più drammatica. Si tratterebbe però di una sconfitta, io credo, per una democrazia rappresentativa.
Rimane, per il momento, il dubbio amletico: la Tav si farà o non si farà? L’ala più estrema dei 5 Stelle assicura che, referendum o no, la Tav non si farà. Il Ministro Salvini, invece, sembra esser di avviso contrario. I cittadini, per parte loro, seguono con trepidazione l’evolversi della vicenda, che ormai sembra appassionare tutto il Paese.
Nella mia impressione, forse sbagliata, la maggioranza degli italiani è probabilmente favorevole alla prosecuzione dei lavori e ciò a dispetto delle pur autorevoli analisi sui costi eccessivi dell’opera.
Francesco Barbaro
foto: Ansa