Approvato anche dal Consiglio nazionale l’accordo di doppia imposizione con gli USA
La Svizzera accorderà assistenza amministrativa agli USA anche quando la richiesta americana non fornice nomi e indirizzi concreti, ma mira a gruppi di clienti identificabili in base a determinati modelli di comportamento. L’accordo non prevede però lo scambio automatico d’informazioni. La ratifica dell’accordo è un messaggio distensivo di Berna all’indirizzo di Washington. La Svizzera vuole raggiungere un accordo globale che ponga fine alla lite fiscale ancora in atto. Lunedì con 110 voti contro 56 (14 astenuti) il Nazionale ha approvato la nuova versione dell’accordo di doppia imposizione che rende più agevole l’accesso da parte degli inquirenti ai conti bancari svizzeri di cittadini americani. Contrari UDC e alcuni deputati del PS e dei Verdi. Durante la discussione svoltasi mercoledì 29 febbraio l’UDC, tramite il capogruppo Caspar Baader, aveva criticato l’estensione all’assistenza agli USA: “La Svizzera si fa mettere ancora sotto pressione da un Paese che tollera oasi fiscali sul proprio territorio”, sostenendo che l’approvazione è un altro colpo pesante al segreto bancario svizzero. Gli altri partiti si erano detti pronti, ma avevano fissato condizioni. Il presidente del PLR, Fulvio Pelli aveva dato l’appoggio per una trasmissione di dati facilitata, se “l’America mette fine alla guerra economica contro le banche svizzere”. L’assistenza amministrativa facilitata dovrà essere concessa solo quando si otterrà in cambio una soluzione globale alla vertenza fiscale che coinvolge le banche svizzere negli Stati Uniti. In proposito la presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf ha assicurato dopo il voto di lunedì che l’intesa non entrerà in vigore prima del raggiungimento di un accordo in tal senso. Anche la sinistra aveva garantito il suo voto favorevole, esigendo però dal Governo di mantenere la promessa fatta, die applicare la strategia dei “soldi puliti” (la Pagina, numero 21), affinché il Consiglio federale non debba più correre in soccorso “di banche che hanno compiuto per l’ennesima volta pratiche delittuose”, aveva detto Christian Levrat, presidente del PS.
Con l’approvazione, gli USA avranno priorità dalla Svizzera nelle concessioni. Nella discussione del progetto di legge sull’assistenza amministrativa fiscale il Consiglio nazionale aveva respinto la richiesta di allargare e concedere l’assistenza amministrativa a tutti i Paesi. La Svizzera continua così a fare maggiori concessioni agli USA, in confronto ai Paesi europei. Per le vertenze ancora in atto con Bruxelles, possibile che l’Europa farà sentire la sua voce. Infine lo scorso mercoledì con 113 voti contro 58, il Nazionale aveva ancorato agli standard dell’OCSE la legge che regola l’assistenza amministrativa in tema fiscale e di alleggerimento del segreto bancario, ovvero la Svizzera coopererà anche in casi d’evasione fiscale e non più soltanto di frode. Si potrà andare oltre gli tandard OCSE solo nell’ambito di accordi bilaterali. Il dossier passa ora al Consiglio degli stati. “Nell’interesse della piazza finanziaria svizzera occorre promulgare leggi, ma senza fare ulteriori concessioni unicamente sulla base di accordi internazionali”, ha sottolineato il consigliere nazionale ticinese Fulvio Pelli. Il PLR è stato appoggiato da tutti gli altri partiti borghesi. ll ministro delle finanze Widmer Schlumpf, ha dichiarato che la legge è indispensabile, perché ben presto farà parte degli standard dell’OCSE, aggiungendo anche che nessuno vuole rinunciare al segreto bancario.
Gaetano Scopelliti