Ambientato nella Firenze del ‘400 di Lorenzo De’ Medici, “Amici miei – come tutto ebbe inizio” riprende la famosa saga di Mario Monicelli, iniziata nel 1975, con la presunzione di tracciarne gli inizi. Si tratta cioè di un prequel. Il film dovrebbe infatti spiegare la nascita della tradizione toscana delle “bischerate” e degli scherzi terribili, la stessa che ha reso immortali Duilio Del Prete, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Adolfo Celi e Ugo Tognazzi, ovvero rispettivamente il “Necchi”, il “Melandri”, il “Perozzi”, il “Sassaroli” ed il “Mascetti”.
Neri Parenti ingaggia Christian De Sica, Michele Placido, Giorgio Panariello, Paolo Hendel e Massimo Ghini per sostituire il mitico gruppo monicelliano e per interpretare Filippo, Duccio, Cecco, Jacopo e Manfredo, 5 amici toscanacci che si divertono con scherzi e vicende comiche per prolungare i piaceri della giovinezza e lasciare da parte le responsabilità della vita adulta.
I cinque inseparabili amici, nonostante la veneranda età, si ritrovano ad architettare zingarate per combattere la noia ed esorcizzare la paura della morte, il tutto sullo sfondo di una città pervasa da un Umanesimo molto poco umano. Il film è fatto di corna, parolacce irripetibili, schifezze varie, clisteri sodomizzanti e improbabili partite di calcio senza riuscire ad offrire qualcosa di veramente nuovo.
Prodotto da Aurelio e Luigi de Laurentiis e distribuito da FILMAURO, il prequel, ancor prima dell’uscita nelle sale italiane, ha suscitato diverse polemiche, prima fra tutte la convinzione che Monicelli fosse contrario al film:
“Non è così – chiarisce subito uno dei produttori – io ho parlato con Mario fino a pochi giorni prima che morisse. È solo che lui non ci vedeva più: ed è impossibile far leggere una sceneggiatura o far vedere un film a un uomo che non vede. Io lavoro con lui da quando ero un giovane produttore: lo convinsi io a girare “Amici Miei atto II”. Quanto a questo prequel, avevamo deciso di farlo già sei anni fa: avevo ingaggiato Depardieu, ma non ci piacque come si comportò nella promozione di un altro film”.
Il disappunto nei confronti di “Amici miei – come tutto ebbe inizio” è però palpabile anche sul web e in particolare sul più famoso social network, Facebook, si sono radunate più di 33 mila persone che hanno minacciato il boicottaggio della pellicola, a loro modo di vedere una profanazione del capolavoro di Monicelli.
A tali pressioni però, Neri Parenti e Aurelio De Laurentiis hanno risposto fermamente e all’unisono, sostenendo che il lavoro dietro a questo film è stato fatto con amore, nel pieno rispetto delle volontà del maestro Monicelli scomparso qualche mese fa.
E a chi accusa la produzione di non aver inserito una dedica a Monicelli nei titoli di coda, il regista Neri Parenti replica con una battuta, riferendo che il Maestro non era il tipo a cui poter fare una dedica senza prima chiedergli il permesso.
Sarà dunque per tutto questo che il film non ha avuto un buon esito nel box-office: nel primo weekend di uscita (dopo il 16 marzo) gli Amici miei tarocchi hanno incassato poco più di un milione di euro, pur essendo stati distribuiti in quasi 400 sale. E, dopo tre settimane, l’incasso complessivo ha superato a fatica i 3 milioni di euro, con una media irrisoria di 1500 euro di ricavo a sala. Surclassato da “Nessuno mi può giudicare”, uscito lo stesso giorno e che ha incassato oltre 5 milioni di euro, e battuto nel ricavo medio per sala anche da “Amici, amanti e…” (2600 euro/sala) e da “Sucker Punch” (1800 euro/sala).
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