Il popolo non vuole l’accordo con la Russia, la protesta ormai è generalizzata e il presidente contestato
Si allarga la protesta in Ucraina e questa volta partecipano anche i cosiddetti oligarchi, cioè il mondo dei grandi imprenditori. Come si ricorderà, l’Ucraina doveva firmare l’accordo di associazione con l’Europa. Condizione per la firma era la concessione della libertà di cura in Germania all’ex presidente Julia Timoshenko imprigionata ufficialmente per abuso di potere ma in realtà arrestata per aver firmato nel 2009 un accordo con Putin sulla fornitura del gas russo all’Ucraina dopo il blocco deciso da Gazprom perché l’Ucraina non era in grado di pagare. Insomma, Julia fu accusata di aver fatto esattamente ciò che vorrebbe fare adesso l’attuale presidente Viktor Yanukovich. Non avendo il Parlamento ucraino approvato il nulla osta della liberazione di Julia, l’accordo di associazione con l’Europa è automaticamente decaduto. In realtà, Viktor Yanukovich si è riavvicinato alla Russia di Putin perché questi, interessato a non far aderire all’Ue quelli che una volta erano i satelliti di Mosca ai tempi dell’Urss, gli ha promesso di rivedere i prezzi del gas, il che, ovviamente, sarebbe una buona offerta. Il fatto è che l’Ucraina si metterebbe in una condizione di dipendenza dalla Russia, che pensa ad allargare i suoi mercati.
All’indomani della mancata firma dell’accordo di associazione numerosi manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la politica filorussa di Yanukovich. La polizia è intervenuta per sedare la rivolta dei cittadini e i suoi interventi, duri, hanno creato altro dissenso che si è esteso a macchia d’olio nel resto del Paese. In pratica è protesta continua, tanto che il presidente non sa più cosa fare. Egli, infatti, da una parte ha bisogno di aiuti immediati, e per questo guarda a Mosca che gli ha promesso 20 miliardi di dollari per pagare i debiti a Gazprom, dall’altra sa benissimo che Mosca, poi, renderebbe l’Ucraina satellite della Russia. A fargli propendere per Mosca è la sete e la fame di gas, senza di che la già misera industria ucraina sarebbe costretta a chiudere i battenti, con le conseguenze che si immaginano in termini di disoccupazione e di povertà. L’Ucraina paga la posizione geografica vicina alla Russia e quindi dipendente dall’economia russa, ma nello stesso tempo vuole volgersi verso Ovest, verso l’Europa, per affinità e potenzialità di sviluppo. Pur di ottenere l’accordo di associazione con l’Ue Julia Timoshenko si era detta disposta a rinunciare alla liberazione. Da qui l’invito alla popolazione a ribellarsi, ciò che è successo con una risposta popolare enorme.
Dicevamo che alla protesta stanno partecipando i grandi imprenditori, che non solo vogliono l’accordo con l’Ue, ma stanno voltando le spalle a Viktor Yanukovich, che, a sua volta, sta cercando di riaprire il canale con l’Europa, tanto che Lady Ashton, responsabile della politica estera dell’unione, ha recentissimamente annunciato che l’Ucraina ha l’intenzione di firmare l’accordo di associazione. Si vede che la scelta di campo di oligarchi ed ex presidenti dell’Ucraina, come Leonid Kravchuk, Viktor Yushchenko, presidente della rivoluzione arancione, Leonid Kuchma, che ha guidato per molti anni il Paese e che è stato padrino politico dell’attuale presidente, ha avuto il suo peso. Anche il genero di Leonid Kuchma, che in passato ha dato l’appoggio all’attuale presidente, questa volta non l’ha seguito.
Agli imprenditori appare chiaro che nell’immediato l’accordo di associazione con l’Unione europea non porterà risultati, anzi, metterà in difficoltà l’industria ucraina perché le loro acciaierie e le loro raffinerie come le altre strategiche industrie sono obsolete, quindi non reggerebbero il confronto con il libero mercato. Ma è altrettanto vero che la concorrenza russa per le industrie ucraine sarebbe mortale, dunque il Paese diventerebbe presto una colonia di Mosca, anche se Putin nega questa prospettiva.
Si spiega, dunque, che addirittura il re della cioccolata ucraina sia sceso in piazza a favore dell’Europa e si spiega anche perché le televisioni private abbiano contraddetto le tv pubbliche sulle violenze della polizia sui manifestanti. L’alleanza con Mosca sarebbe un affare solo per una ristretta cerchia di oligarchi vicini all’attuale presidente, e questo l’hanno capito tutti.
Per l’Ucraina s’annunciano tempi difficili, ma una scelta a favore dell’Europa non potrà più essere rinviata.