Gl’incontri vengono organizzati da associazioni ed enti privati o pubblici e tenuti da psicologi, avvocati, esperti in comunicazione relazionale
Le coppie che in Italia si sposano con rito civile sono più della metà al Nord e al Centro, circa il 25% al Sud, dove il rito religioso viene scelto dal 76,3% delle coppie. La media nazionale è del 39,8%. Non vogliamo parlare di statistiche per quanto riguarda separazioni e divorzi. No, vogliamo parlare della preparazione al matrimonio, che per chi si sposa in chiesa è obbligatorio, per chi si sposa con rito civile no.
Premettiamo che è vero che chi si sposa in chiesa, con relativo corso preparatorio, poi riesce a litigare e a separarsi o a divorziare come quelli che il corso non lo frequentano, però, se non altro per non lasciare nulla di intentato, anche i laici si sono convertiti al corso di preparazione al matrimonio. Spuntano qua e là iniziative di singoli operatori nel campo sociale, giuridico, psicologico, oppure di associazioni di operatori che vedono nel corso di preparazione un’occasione di guadagno che si sposa con frustrazione di trattare sempre gli stessi argomenti che poi comportano, almeno per gl’interessati, numerosi e dolorosi strascichi.
A Milano nei giorni scorsi, grazie all’associazione “Buen Vivir”, fondata da Alessandra Tedeschi, psicologa e psicoterapeuta cognitivista, e dai suoi collaboratori, sono partiti i corsi prematrimoniali per coppie che intendono sposarsi con rito civile, anche se sono aperti a tutte le altre coppie. La frequenza del corso è a pagamento, anche se si tratta di cifre popolari: si tratta di sei incontri di due ore ciascuno su temi che attengono all’aspetto legale, a quello relazionale e a quello comunicativo.
I corsi prematrimoniali, come anticipato, non eliminano l’incapacità di comunicazione e di relazione se un membro della coppia o tutti e due non ne vogliono sapere, ma contribuiscono alla conoscenza di ambiti in genere sconosciuti. Dunque, anche se la coppia si separerà, le conoscenze acquisite saranno utili ad evitare errori ed esasperazioni che in genere fanno molto male.
Entriamo nel merito degli argomenti trattati durante gl’incontri citando alcune testimonianze. Dice Anastasia, neo moglie di Filippo: “Stavamo cercando un posto per il ricevimento e siamo venuti a conoscenza del corso organizzato dal nostro Comune (Lecco) insieme con Epeira, un ente che si occupa di superare il conflitto. A noi è piaciuta molto la parte sulla comunicazione di coppia. Per esempio, scoprire il peso delle cose non dette: uno rientra a casa dal lavoro, ha avuto una pessima giornata e va a chiudersi in camera; quel silenzio non è verso il coniuge, è importante non fraintenderlo, anche per essere di aiuto al partner”.
Come si vede, si tratta di temi quali la comunicazione, l’osservazione e il comportamento, tutte cose che con un minimo di buon senso ognuno riesce a capire e ad affrontare, però spesso se ci si ferma al superficiale, si rischia di mettere il rapporto sul piano sbagliato. Disporre di una casistica degli errori più frequenti aiuta a capire prima e meglio come affrontare la situazione.
Paolo sposerà a giugno Alina, trentenne russa conosciuta in vacanza. I due convivono da due anni e mezzo ed hanno deciso di fare il passo. E’ lui che parla: “E’ stata Alina a trascinarmi. Conosciamo uno degli psicologi che terranno gl’incontri e a me è sembrata subito una buona idea. Veniamo da culture diverse, la mia fidanzata è figlia di padre ortodosso e di madre musulmana. Insomma, trovo che possa essere interessante fare qualche colloquio per confrontare le nostre visioni del mondo”.
Quello delle culture diverse è un aspetto importante per le coppie di diversa nazionalità. Di solito, fin tanto che la passione è alta, la comunicazione è assicurata dai sentimenti e dalla passione stessa. Quando poi questa scema e si deve costruire sulla base di fattori che si rivelano appartenere a differenze di carattere, tradizioni, abitudini, allora sorgono incomprensioni e litigi.
Uno degli aspetti trattati durante gl’incontri è quello giuridico. Ad esempio, al di là delle differenze di carattere, bisogna sapere che la legge impone di contribuire al ménage familiare in proporzione al proprio reddito, fatto, questo, importante, perché poi in caso di separazione il reddito conta ai fini delle garanzie dopo la separazione. L’aspetto giuridico riguarda, appunto, quello economico, la comunione o la separazione dei beni, il fondo patrimoniale, la parentela, la genitorialità, tutti elementi che possono essere essi stessi causa di incomprensione e di litigio.
I corsi non preservano la coppia dalle crisi, ma l’aiutano a chiarirsi le idee e quando si è informati s’incorre meno in polemiche che possono, alla lunga, degenerare.