Ficarra e Picone tornano in un carosello di equivoci fra toni brillanti e intrecci sentimentali
Sono già nelle sale i due beniamini della risata innocente Ficarra&Picone e promettono di sbaragliare la concorrenza al botteghino. Si chiamano Salvo e Valentino, sono amici fin dall’infanzia, vivono e lavorano a Torino, gestiscono una scalcinata agenzia per viaggi turistici e trasportano i loro clienti a vedere la città a bordo di un vecchio bus londinese a due piani. Hanno anche alle dipendenze una deliziosa guida turistica, la bella Sascha, che però non parla nessuna lingua straniera. giro per la città. Dei due, Valentino è l’uomo fedele e innamorato fino allo sfinimento della compagna Gisella; Salvo è invece lo scapolo scapestrato determinato ad assumere solo giovani guide turistiche single e belle. Tutto va bene tra le intemperanze galanti di Salvo e l’amore monogamo di Valentino per la sua eterna fidanzata, finchè Gisella non si stufa e Valentino cade in depressione. Quando Gisella, stremata dall’affetto sdolcinato e ossessivo di Valentino, chiede a Salvo di dirgli che vuole lasciarlo, si avvia una serie di romantici equivoci e di incroci sentimentali che coinvolgono anche Natascha, la nuova guida della società, Sonia, una cara amica d’infanzia, e Peter, il suo borioso fidanzato Americano. Salvo pensa allora di ingegnarsi per trovare una nuova compagna all’amico Valentino, e i simpatici equivoci aumenteranno ancora…Commedia acqua e sapone, solo apparentemente ingenua e piana (tra gli autori c’è anche Francesco Bruni), in realtà innervata da una solida conoscenza dei meccanismi del sorriso oltre che della risata. Attraverso la tipica costruzione da teatro degli equivoci, la commedia si dipana in una serie di maglie comiche e sentimentali attorno cui si imbastiscono i vari caratteri della storia, da quello della fidanzata frustrata (Ambra Angiolini), a quello dell’amica innamorata di Diane Fleri e della straniera ingenua di Sascha Zacharias, che incarnano l’anima romantica della pellicola, passando attraverso gli stereoptipi dell’americano tracotante e geloso, dell’amico fedifrago e di quello pettegolo che diventano invece i giusti caratteristi che servono a nutrire l’elemento burlesco, sempre pronto a degenerare in un gioco surreale o in una scazzotata alla Bud Spencer.