Si intitola “Ancora Barabba” il nuovo album di Fabrizio Moro. Il disco è composto da inediti e cover di brani già pubblicati nel primo “Barabba” nel 2009, e dal brano presentato a Sanremo che si intitola “Non è una canzone”. Il cantautore romano ha partecipato al Festival dopo aver vinto nella categoria Giovani nel 2007 con “Pensa” e un terzo posto nel 2008 con la canzone “Eppure mi hai cambiato la vita”.
Fabrizio, è uscita dunque la seconda parte di questo progetto che si intitola “Ancora Barabba”. Qual è il filo conduttore tra le canzoni?
Il filo conduttore di tutte le canzoni resta l’amore che salva dal disagio sociale.
Chi è stato ad ispirarti per il brano sanremese?
È stato mio figlio Libero, nato nell’agosto del 2009. Guardavo mio figlio Libero dormire e gli auguravo di non dover patire tutto ciò che ha dovuto sopportare suo padre. Per la mia generazione è complicato fare qualsiasi cosa. Per noi è complicato perfino essere onesti”.
Infatti lo canti anche nel brano. “Non è un canzone” è una protesta…
Si, ma è una protesta costruttiva con uno sguardo al futuro intriso di ottimismo, un inno alla libertà; è la volontà di riprendere il controllo della nostra vita, sempre più vincolata e corrotta dagli stereotipi imposti dalla società. Questo pezzo rappresenta meglio il mio nuovo lavoro.
Nel nuovo album mostri una personalità musicale poliedrica che tocca moltissimi generi: reggae, rock, grunge e chitarra acustica. Per Sanremo hai scelto un ritmo reggae…
Il più delle volte succede che quando devi partecipare a un festival la scelta del brano è condizionata da diversi fattori. Per esempio, “Eppure mi hai cambiato la vita” non rappresentava al meglio il Fabrizio Moro che c’era prima e che c’è oggi. La maggior parte delle persone mi conosce per questo pezzo e per “Pensa” ma dietro c’è anche un altro tipo di lavoro.A volte si sceglie un pezzo semplicemente perché ti piace e basta, senza fare ragionamenti sul genere o sulla sonorità. Se potessi fare a meno di Sanremo lo farei.
In che senso?
Fare tv a volte può rappresentare un filtro negativo: stare sul palco e suonare dal vivo è ben diverso che farlo in televisione, dove ci sono ritmi serrati e devi convincere in soli tre minuti. Senza Sanremo ci sarebbero parecchie difficoltà a presentare un nuovo disco: le radio non lo passerebbero.
Partecipare al Festival potrebbe essere dnque controproducente?
Quando partecipi a Sanremo come giovane, o azzecchi subito o rimani vittima di un pregiudizio generale. La mia prima volta nel 2000 andò male e per sette anni nessuno mi si è più filato: nessuna casa discografica voleva “Pensa” che fu accettata grazie a Baudo e al mio produttore Marco Falagiani.
Che cosa vuoi esprimere con la canzone “Un pezzettino”?
Le persone oggi non hanno più grandi sogni e si accontentano di poche briciole. Però poi sputano sul governo senza rendersi conto o non volendo rendersi conto che i veri responsabili sono loro, perché si sono arresi.
Tu ti arrenderai?
No, io non mi arrendo. Trovo forza nella donna che amo e proprio in virtù del suo amore sono spronato a volere di più e a volere dare di più. Io non mi accontento di un pezzettino.
Bruno Indelicato