L’UBS non ha potuto porre fine alla sua emorragia finanziaria neppure nella terza frazione dell’anno, ma è perlomeno riuscita a ridurre le perdite che si susseguono oramai da due anni esatti. Tre mesi prima aveva infatti registrato un deficit di 1,402 miliardi di franchi e tra gennaio e marzo di quasi due miliardi. Dall’inizio dell’anno il colosso bancario ha registrato uscite nette di capitali di 91,9 miliardi di franchi, contro i 140,2 miliardi nello stesso periodo del 2008.
La perdita del terzo trimestre è comunque più importante di quanto pronosticato dagli analisti che, stando all’agenzia finanziaria AWP, prevedevano in media un ammanco di 479 milioni di franchi. Tuttavia le stime erano estremamente divergenti: gli ottimisti avevano persino previsto un utile e i pessimisti perdite di oltre 900 milioni.
Responsabile delle finanze della banca, John Cryan ha evocato principalmente degli oneri contabili dell’ordine di 2,15 miliardi di franchi per giustificare le cifre rosse dell’UBS. Senza queste fatture eccezionali, presegue Cryan, «l’UBS avrebbe chiuso per la seconda volta di fila con un utile operativo prima delle imposte di 1,56 miliardi di franchi, contro i 971 milioni del trimestre precedente».
Non sembra arrestarsi nemmeno la “fuga” di capitali, segno di un certo nervosismo tra i clienti dell’UBS: nel terzo trimestre le uscite nette si sono attestate a 36,6 miliardi di franchi, contro i 39,4 miliardi del periodo precedente.
Una tendenza che non potrà essere invertita «in tempi brevi», secondo il responsabile delle finanze dell’UBS.
Per quanto riguarda la gestione patrimoniale di clienti facoltosi e delle attività svizzere (Wealth Management & Swiss Bank), l’UBS ha registrato un’emorragia netta di fondi pari a 16,7 miliardi di franchi, 200 milioni in più rispetto al trimestre precedente. Contro ogni attesa, la banca deve ora fare i conti anche con importanti deflussi di capitali da parte di clienti svizzeri, saliti a 3,9 miliardi di franchi nel trimestre in rassegna (0,2 miliardi dei tre mesi precedenti), mentre quelli esteri sono scesi da 16,3 a 12,9 miliardi.
Circa la gestione patrimoniale negli Stati Uniti per clienti facoltosi (Wealth Management Americas), il deflusso di fondi è cresciuto, passando da 5,8 miliardi del periodo aprile-giugno a 9,9 miliardi di franchi per luglio-settembre. Nell’asset management – clienti istituzionali – si è assistito invece ad un rallentamento del deflusso di fondi (da 17,1 a 10 miliardi).
Ma lentamente, l’UBS risale la china: «Negli ultimi sei mesi abbiamo affrontato i problemi più spinosi. L’attività sta ora gradualmente tornando alla normalità: lo vediamo in un significativo miglioramento dei nostri risultati finanziari», ha commentato il direttore di UBS Oswald Grübel, in una nota pubblicata nei giorni scorsi.
«L’accordo transattivo in merito alla controversia con le autorità fiscali americane e la decisione del governo svizzero di uscire dal proprio investimento in UBS stanno avendo un effetto profondo sui nostri sforzi per ricostruire la fiducia nella nostra azienda e sul morale dei dipendenti”, ha aggiunto Grübel.
Dopo aver consolidato la situazione finanziaria della banca e ridimensionato la sua attività, l’UBS spera dunque di vedere nei prossimi trimestri, in particolare nel 2010, ulteriori progressi nel ristabilire la redditività di base.
Tali passi, tuttavia, dipenderanno anche dal mercato e da altri fattori esterni alla banca. Secondo Cryan, «finché l’UBS non tornerà in zona utili, molti clienti continueranno a porsi delle domande». Oltre a ciò, «la pressione esercitata da molti paesi in materia fiscale non ci aiuta ad attirare nuovi fondi», ha spiegato.
Dall’inizio dell’anno il colosso bancario ha registrato uscite nette di capitali di 91,9 miliardi di franchi, contro 140,2 miliardi nello stesso periodo del 2008. A fine settembre, i capitali in gestione ammontavano a 2’258 miliardi di franchi, di cui 982 vanno messi sul conto della gestione patrimoniale globale e delle attività svizzere.
swissinfo.ch e agenzie
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook