Secondo la scoperta di Entrain, un’app messa a punto dagli scienziati della University of Michigan, se si vuole rimanere in salute a lungo bisogna anticipare l’ora del riposo notturno
“Andare in debito con il riposo notturno ha un impatto molto forte sulla salute e sul benessere”, anche perché, “contrariamente a quanto si pensa, il sonno perduto non si recupera più”: è quanto afferma Liborio Parrino del Centro del Sonno dell’Università di Parma nonché segretario nazionale dell’Aims (Associazione italiana medicina del sonno). Ma quanto dormiamo?
Ce lo rivela Entrain, un’app per smartphone sviluppata dagli scienziati dell’Università del Michigan, che ha analizzato i dati raccolti grazie alle circa ottomila persone di 100 nazioni diverse che si sono prestate a far monitorare le proprie abitudini notturne, permettendo cosí di realizzare una sorta di “mappa del sonno”.
Gli abitanti di Singapore e Giappone, con 7 ore e 24 minuti e 7 ore e 30 minuti rispettivamente, sono quelli che dormono meno al mondo. I piú dormiglioni risultano essere invece gli olandesi, con una media di 8 ore e 12 minuti al giorno. Sette ore e 53 minuti la durata media del sonno degli italiani, che sono anche tra quelli che amano andare a letto piú tardi, in media alle 23:42.
Lo studio, condotto dall’équipe di scienziati della University of Michigan, coordinata da Daniel Forger, e pubblicato su Science Advances, avrebbe anche rivelato che a dormire di piú sono le donne, (in media 30 minuti piú degli uomini). “Dai dati è emerso”, ha spiegato Forger, “che c’è un conflitto tra il nostro desiderio di restare svegli fino a tardi e il ritmo circadiano del nostro corpo, che ci imporrebbe di alzarci presto di mattina.
La società ci spinge ad andare a dormire tardi, mentre l’orologio biologico del corpo vorrebbe che ci svegliassimo presto. Questo scenario ci obbliga a sacrificare ore di sonno, un fenomeno che abbiamo chiamato ‘crisi mondiale del sonno’.
Brutta abitudine che dovremmo cercare di correggere, considerati i numerosi benefici che la giusta quantitá di sonno regala al nostro organismo, come illustra Parrino.
Durante il sonno, ad esempio, la pressione arteriosa si abbassa, mettendo a riposo il sistema cardiovascolare, per cui dormire poco implicherebbe uno sforzo maggiore che potrebbe facilitare, a lungo andare, fenomeni di ipertensione. E ancora: dormire di piú rende maggiormente resistenti allo stress, abbassando i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress appunto, nel nostro organismo; dormire aiuterebbe anche a combattere la depressione, favorendo la produzione di serotonina, che regola il tono dell´umore, e ad ammalarsi di meno, considerato che durante il sonno produciamo sostanze importanti per il nostro sistema immunitario oltre ad alcuni anticorpi fondamentali per proteggere l´organismo da malattie molto importanti.
E in piú una giusta quantitá di sonno aiuta a mantenersi in forma: “Mentre dormiamo non abbiamo bisogno di niente, tantomeno di mangiare, poiché il nostro organismo produce l’ormone della sazietà, la leptina. Mentre in stato di veglia prevale la grelina che stimola l’appetito, responsabile anche delle abbuffate notturne”, sempre secondo Parrino. Non dormire abbastanza, dunque, induce a mangiare di più con tutti i disagi connessi ad un eccessivo aumento di peso.