Più i tempi stringono maggiori sono i nodi vengono al pettine e sembra davvero un bel groviglio quello che la politica italiana non riesce a sciogliere. Mentre il centrodestra – che fatica ad organizzare gli incontri tra i vertici delle alleanze – lavora alle liste dei candidati per le quali non mancano nomi, ma neanche le incertezze, il M5s preferisce non allearsi con nessuno, scegliendo di proseguire da soli. Anche qui è caos candidati: tra le notizie che riguardano le candidature pentastellate c’è che Rocco Casalino non si candiderà per continuare ad occuparsi della comunicazione di Conte e del MoVimento, così come la certezza che neanche la Raggi sarà candidata; mentre ancora in molti sperano di veder tornare Alessandro Di Battista, pare invece che sia sicura la candidatura di Appendino. Ma i veri grovigli sono quelli che si stringono a sinistra con la notizia di queste ore che riguarda lo strappo di Calenda con Letta. “Non intendo andare avanti con l’alleanza con il Pd” perché “non mi sento a mio agio, non c’è dentro coraggio, bellezza, serietà e amore a fare politica così, ho comunicato ai vertici del Pd che non intendo andare avanti con questa alleanza”. Così è scontro con i suoi ormai ex alleati che lo accusano di favorire in questo modo il centrodestra. Nonostante questo il Pd assicura che “sarà ancora più determinato rispetto a prima, perché è chiaro che gli italiani, con questa legge elettorale, potranno scegliere se essere governati da Meloni e dalle destre o da noi. È una scelta netta e Calenda ha deciso di aiutare la destra facendo quello che ha fatto”. Mentre c’è chi, invece, in questi scontri intravede possibili nuovi “incontri” tradotti nel cosiddetto “Terzo Polo”: è il leader di Italia Viva, Mattero Renzi, che sembra quasi gongolare della situazione del Pd tanto da scomodare addirittura illustri metafore storiche per descrivere la situazione attuale del Partito democratico, quando parla della “Caporetto di Enrico Letta”, preannunciandone una imminente disfatta. Nello stesso tempo Renzi prova ad accattivarsi Calenda parlando di “opportunità straordinaria” in questo Terzo Polo, annunciando la disponibilità di Italia Viva a un dialogo con Calenda.
Incontri e scontri: a questo si riduce la politica italiana che, in questo modo, va contro i suoi elettori, che invece vorrebbero più chiarezza, linearità, stabilità: i nomi, alleanze ben definite, programmi politici più concreti e realizzabili per venire incontro alle esigenze degli elettori che invece assistono agli scontri dei partiti. Così, mentre i politi italiani dibattono ancora di possibili alleanze e candidature si perde il contatto diretto con gli italiani e la loro realtà.
Redazione La Pagina