Il Dott. Antonino Sgroi è nato nel 1978 a Ginevra. I suoi genitori d’origini siciliane vengono da Linguaglossa in provincia di Catania e hanno immigrato a Ginevra nel 1960 in cerca di lavoro.
Sposato e padre di una figlia, ha sempre vissuto a Ginevra. nel 2005 ha ottenuto la sua laurea di medicina alla Facoltà di Medicina all’Università di Ginevra. Molto interessato alla ricerca, ha conseguito un dottorato di scienze biologiche e un dottorato di medicina al « Sugical research Unit » del servizio di chirurgia del « Hôpital Universitaire de Genève » e alla Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra ottenendo il titolo accademico di «MD-PhD ».
Il tema delle sue ricerche è il trapianto del fegato per le malattie di questo organo in fase terminale come la cirrhosi o le malattie tumorale. Le sue ricerche si sono concentrate nel studiare delle terapie alternative al trapianto del fegato intero. Tra le differente alternative, il Dr. Sgroi si è interessato al trapianto di epatociti, cellula principale che assicura le funzione del fegato. Queste cellule sono chiuse dentro delle capsule per proteggerle dal sistema immunitario del paziente trapiantato. Tale tecnica è stata utilizzata in Inghilterra per curare dei bambini che soffrono d’insufficienza epatica con degli ottimi risultati. Si è interessato anche al xenotrapianto, che sarebbe il trapianto di cellule o di organi d’origini animale, principalmente del maiale, nel Uomo. Il Dr. Sgroi ha studiato un altra terapia alternativa che sarebbe la rigenerazione epatica. Infatti, il fegato è l’unico organo con la capacità di rigenerare quando è malato. Le sue ricerche hanno messo in evidenza un metodo per rendere la rigenerazione epatica più efficiente con delle molecule anti-infiammatore. Cosi i paziente in certe patologie non avranno più bisogno di un trapianto di fegato perché il loro si sarà rigenerato.
Il Dr. Sgroi ha ottenuto per le sue ricerche una borsa di studio molto competitiva del « Fonds National Suisse », un premio in un congresso svizzero nel 2007 e il premio « Etienne Gorjux 2013 » assegnato dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra. Inoltre, ha anche collaborato con l’Organizzazione Mondiale della Salute per creare un sito internet www.humanxenotransplant.com. Questo sito contiene un repertorio di tutte le applicazioni cliniche di xenotrapianti nell’uomo conseguiti in tutto il mondo.
Ha lavorato come medico al « Centre de Transplantation et d’isolement cellulaire » del « Hôpital Universitaire de Genève » dove ha partecipato al programma clinico del trapianto delle isole di Langerhans, cellule che producono l’insulina, che sono trapiantati nei pazienti che soffrono del diabete del tipo 1. Con questo metodo, tanti pazienti diabetici diminuiscono il loro bisogno in insulina e non fanno più delle ipoglicemie severe ma sopratutto certi pazienti non hanno più bisogno di curarsi con dell’insulina per tanto tempo. Questo centro ha il più grande numero di trapianto in Europa.
Il Dr. Sgroi è autore di una quindicina di pubblicazioni su riviste scientifiche internazionale ed è recensore di pubblicazioni scientifiche per diversi riviste come Journal of Hepatology e Transplant International. E stato relatore a numerose conferenze in tutto il mondo. Attualmente, si sta specializzando in chirurgia generale e continua anche le sue ricerche.
Perché studiare delle terapie alternative al trapianto di organi umani in generale?
Attualmente, esiste un squilibrio tra l’aumento dell’incidenza di malattie in fase terminale dove solo il trapianto è una cura e la mancanza di donatori di organi. Questa situazione risulta in un tempo d’attesa più lunga ma anche in un aumento del numero di decessi in lista d’attesa per un organo. Vista questa situazione è necessario trovare un’alternativa al trapianto del fegato intero e altri organi umani. Cosi il trapianto di cellule umane o il xenotrapianto potrebbero essere una soluzione per ridurre questo squilibrio.
Perché scegliere il xenotrapianto come alternativa agli organi umani?
Il xenotrapianto avrebbe vantaggi enormi. Potrebbe essere un’alternativa per risolvere la penuria di organi umani per la quale, sarà possibile ottenerne facilmente una gran quantità. Inoltre, darebbe la possibilità di organizzare dei trapianti di cui, i pazienti, potrebbero essere trapiantati velocemente fin dall’apparizione della malattia e nelle migliori condizioni possibile, ciò diminuirebbe la morbosità e la mortalità dopo un intervento.
Sebbene il xenotrapianto abbia il potenziale di risolvere la mancanza di organi, comporta anche qualche limitazioni che includono il rigetto immunologico del tessuto animale, l’incompatibilità molecolare, la differenza metabolica tra l’organo animale e quello umano e, soprattutto, i rischi di trasmissione di malattie infettive dell’animale verso l’uomo. Le ricerche fatte nel mondo studiano il modo di diminuire ma soprattutto di eliminare queste limitazione.