Il blocco degli sfratti sta creando nuovi poveri
Non si hanno ancora dati certi, ma stando a quanto ci giunge dalle nostre sedi, nelle varie regioni, pare sia tutto in linea sul territorio nazionale. Vincenzo Nasini, vice presidente nazionale dell’APE (Associazione proprietà edilizia), lancia un grido di allarme sulla situazione generata dal blocco degli sfratti, a seguito Covid, ed alla disperazione dei proprietari di casa costretti ugualmente a versare tasse ed imposte. Trattasi di fatto, di una vera e propria requisizione della proprietà immobiliare. Grazie a questo, in molte situazioni, si è visto l’annullamento del provvedimento del giudice, che aveva imposto di restituire ai proprietari i loro beni, spesso dopo anni di mancati pagamenti, contenzioso ed occupazione abusiva. Si perché moltissimi casi di blocco di sfratto riguardano casi di insolvenza e contenzioso, che si protrae da anni, molto prima dell’arrivo del Covid.
Occorre al più presto che il Parlamento corregga le misure che impongono il blocco degli sfratti, il perdurare di queste situazioni e la mancanza di ristori ai proprietari di casa spesso crea situazioni drammatiche. Come già avevo accennato in un precedente articolo il proprietario di immobili, nella maggior parte dei casi, non è una persona ricca. Le statistiche dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’economia non mentono, il 57% dei proprietari di casa ha un reddito al di sotto dei 26mila euro l’anno. In totale i locatori sono oltre 1milione 400 mila, di questi quasi un milione ha un reddito al di sotto di 10 mila euro all’anno, sono coloro che, dopo una vita di sacrifici hanno acquistato un piccolo immobile, dato poi in locazione, il cui reddito permette di integrare la magra pensione. Ci sono famiglie che sono in ginocchio, perché private del frutto del loro risparmio ed eliminata una fondamentale fonte di reddito, spesso in presenza di rate di mutuo da pagare, non che le spese condominiali da pagare a carico dell’inquilino, in questo caso moroso. Tutto questo senza alcun risarcimento da parte dello Stato, uno Stato che nonostante questa situazione pretende il pagamento dell’IMU. La Confedilizia sostiene che la strada da percorrere è un’altra. È stato chiesto di limitare il blocco che il decreto-legge Milleproroghe ha spostato sino al 30 di giugno protraendolo così ad un anno e mezzo. Si spera che nel dibattito in corso nel nuovo Governo, venga varato un provvedimento con l’anticipazione della fine del blocco di almeno tre mesi per i casi pre Covid e cancellazione dell’IMU per l’anno 2021, per tutti i proprietari interessati. Una decisione questa molto attesa da tanti proprietari di immobili, piccoli risparmiatori che hanno investito a suo tempo nel mattone vedendo la possibilità di avere un piccolo reddito, ma che oggi si sentono profondamente delusi.