Una volta la Svizzera era sinonimo di lavoro. Oggi questo pensiero rischia di essere stravolto. Tutta colpa della crisi mondiale? Sicuramente la crisi economica si è fatta sentire anche nella Confederazione, tanto da colpire perfino il famoso sistema duale di formazione svizzero che pare cominci a barcollare. La formazione professionale dei ragazzi in Svizzera poggia infatti su una duplice possibilità: l’apprendistato, che dà una formazione pratica alla fine della quale viene rilasciato un attestato federale di capacità, e la formazione accademica con cui si prende il diploma di maturità professionale e che dà la possibilità di accedere alle università.
Di fronte ai dati allarmanti diffusi dalla Segreteria di Stato dell’Economia ci si domanda se questo sistema non cominci a fare acqua. Recentemente, infatti, sono stati pubblicati i dati statistici sulla disoccupazione che parlano di 17.000 giovani disoccupati compresi nella fascia d’età che va dai 20 ai 24 anni. Un dato, come si è detto sopra, allarmante non solo per il numero elevato ma anche, e soprattutto, perché in un solo anno questo numero è cresciuto del 50%. Ai microfoni della trasmissione di inchieste giornalistiche Patti Chiari, in onda sulla televisione della Svizzera italiana, la ministra dell’economia svizzera Doris Leuthard (nella foto) addita la crisi economica come causa principale di questa ondata di disoccupazione: le ditte, infatti, non hanno più posti di lavoro da offrire e si prospetta addirittura un peggioramento nel 2010.
Per questo sono stati fatti degli appelli grazie ai quali è stata resa possibile la creazione di stage in ditte per un periodo determinato. Ma gli stage servono a tamponare il problema, senza risolverlo, perché con essi non si creano degli effettivi posti di lavoro. Inoltre, in questo modo si vanifica il lavoro che un ragazzo ha svolto in anni di apprendistato in cui ha già acquisito le conoscenze teoriche e pratiche per esercitare un mestiere. Di fronte a tutto ciò molti sostengono che sia necessario apportare dei cambiamenti al sistema di formazione professionale che nei tempi passati era considerato eccellente ma ora deve mutare per adattarsi al mutare della società: deve, cioè, stare al passo coi tempi.
Bisogna creare i requisiti per rispondere all’odierna situazione sociale creata dalla recessione e alle nuove richieste che vengono dal mercato del lavoro che, pare, prediliga una maggiore conoscenza delle lingue. All’apprendistato, quindi, bisognerà aggiungere una formazione culturale per creare nuove figure professionali che accontentino la richiesta del mercato del lavoro.
Nonostante ciò, una notizia confortante, se così si può dire, ci viene dalle ultime World Skills, il campionato mondiale dei mestieri svoltosi a Calgary lo scorso settembre, dove la Svizzera è riuscita a strappare ben 14 medaglie, 18 diplomi, il terzo posto a livello mondiale (dopo Corea e Giappone) e il primo posto in Europa nella competizione fra i giovani professionisti.
Eveline Bentivegna
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