I ministri delle finanze dell’Eurozona hanno approvato il terzo programma di aiuti per la Grecia. Un piano fino a 86 miliardi di euro che saranno messi a disposizione della Grecia per i prossimi tre anni da parte dell’Esm. Un’intesa accolta “con favore” dalla Commissione europea. “Oggi sono lieto di dire che tutte le parti hanno rispettato i loro impegni” dice il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. “La Grecia sta rispettando i suoi impegni e sta procedendo a riforme ambiziose”. Il messaggio dell’Eurogruppo di oggi, aggiunge, “è forte e chiaro: la Grecia è e resterà irreversibilmente membro della zona euro e la Commissione europea sosterrà la Grecia nel suo cammino verso una crescita equa, per la creazione posti di lavoro”. “Ci rallegriamo per le misure prese dal governo greco”, sottolinea il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem . In particolare, spiega: “Ci sarà un piano di privatizzazione rafforzato”.
Dopo ore di dibattito il Parlamento di Atene ha approvato il terzo pacchetto di aiuti, concordato dal governo di Alexis Tsipras e dai creditori internazionali. I voti a favore sono stati 222, 64 quelli contrari e undici gli astenuti. La maggioranza necessaria era di 151 voti, su un totale di 300 deputati. Decisivi i voti dei tre grandi partiti di opposizione, Nuova Democrazia, Pasok e To Potami. L’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha votato contro il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia.
Stando a quanto riferisce l’emittente Skai TV, Tsipras chiederà un voto di fiducia dopo il 20 agosto. Il voto in Parlamento ha fatto infatti registrare una consistente rivolta interna: sarebbero solo 118 i parlamentari che fanno riferimento alla coalizione di governo che hanno votato ‘sì’ al piano di aiuti. Il capo del governo ellenico ha chiarito nel suo intervento davanti all’assemblea di non essersi pentito dell’accordo raggiunto a Bruxelles lo scorso mese, e ha ricordato di non aver ricevuto un mandato per la Grexit. “Abbiamo preso una dolorosa decisione di responsabilità, ma necessaria”, ha spiegato, alludendo all’accordo, sottolineando poi che seguire la strada che avrebbe portato verso un ritorno alla dracma sarebbe stato equivalente a un suicidio.
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