C’è un momento quasi assurdo di convivialità tra gli uomini che è rivelatore anche in luoghi quasi sospesi come le carceri che diventano ideali punti di vista per lo studio dell’animo umano. Il film del regista Leonardo Di Costanzo con due attori d’eccezione, Toni Servillo e Silvio Orlando in proiezione dal 9 dicembre 2022 nei cinema svizzeri
Ariaferma è un film di Leonardo Di Costanzo con due grandi attori a confronto, Toni Servillo e Silvio Orlando, l’uno nei panni di ispettore delle carceri e l’altro di detenuto, entrambi di grande personalità. Il film, che ha ottenuto 2 Nastri d’Argento e 2 David di Donatello, indaga l’animo umano osservandolo da diversi punti di vista, di chi sta dietro le sbarre e di chi sta dall’altra parte, ognuno nel proprio ruolo, conscio dei propri compiti ma che condividono uno spazio comune, quello delle carceri. Certo si trovano lì per motivazioni diverse, gli ispettori di polizia per dovere, i detenuti per scontare una pena, ma sono costretti a condividere tempo e spazio e in maniera quasi assurda, si creano punti di contatto conviviali e si scoprono che si è uomini allo stesso modo.
La storia è ambientata nell’istituto penitenziario di Mortana, un carcere sardo che, come spiega il regista, nella realtà non esiste, ma è il risultato dell’insieme delle carceri che il regista e co-sceneggiatore hanno visitato per il film. Durante le visite nelle carceri era evidente una grande disponibilità a parlare, a raccontarsi, sia da parte dei detenuti che da parte degli agenti che li avevano in custodia durante gli incontri. Quello che più di tutto sconvolgeva il regista durante i colloqui con i detenuti e gli agenti era un grande senso di spaesamento: un momento prima si creava uno strano clima di convivialità, si rideva, si faceva quasi a gara nel raccontare storie. Quando però il momento del colloquio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Era questo drastico ritorno alla realtà, avvertito il regista, a creare il senso di spaesamento che ha guidato l’intera realizzazione del film. Ariaferma, dunque, non racconta le condizioni delle carceri italiane, ma si sofferma sull’assurdità di quel luogo.
“Non riuscite ad ammettere di avere gli stessi sentimenti di un detenuto?” dice ad un certo punto Don Carmine Lagioia, uno dei detenuti più temuti dagli agenti, al responsabile del piccolo gruppo di reclusi rimasti bloccati nell’Istituto penitenziario che presto sarà chiuso una volta per tutte. E la risposta che dà l’ispettore capo, Gaetano Gargiulo, è proprio quella che ci aspettiamo di sentire, quella che deve dare un agente di polizia, l’uomo corretto che sta aldilà delle sbarre, dalla parte giusta: “Io e te in comune non abbiamo niente. Io ho la coscienza apposto”, ma mentre la pronuncia non sembra crederci neanche lui, anzi sembra doversene convincere lui per primo. È una delle parti più alte della pellicola, che mette a cospetto due grandi attori, Silvio Orlando nei panni di Don Carmine Lagioia e Toni servillo nei panni dell’ispettore Gaetano Gargiulo, due interpreti straordinari ma allo stesso tempo ingombranti, in scena insieme per quasi tutto il film, gestiti in maniera magistrale dal regista Di Costanzo.
Il film di Leonardo Di Costanzo è in proiezione in Svizzera dal 9 dicembre 2022, per maggiori informazioni clicca qui
Redazione La Pagina