In un periodo cosí drammatico della vita nazionale, non avremmo voluto commentare le ultme decisioni del Mae riguardanti la chiusura delle sedi consolari in Europa e nel mondo. Samo costretti a farlo ,anche per rispondere alle numerose sollecitazioni che ci vengono dai nostri cittadini nella Confederazione Elvetica. Mi risulta difficile trovare gli aggettvi per gli interventi annunciati, anche se, visti i precedenti , la sorpresa non é affatto eccessiva. Continua lo smantellamento scriteriato della rete consolare in tutte le sue articolazioni. E senza che gli organismi elettivi dell’ emigrazione, Comites e Consiglio Generale degli italiani all’estero , nonché gli eletti nel parlamento repubblicano , siano stati, debitamente e preventivamente, consultati come previsto dalle leggi istitutive. All’ assemblea ordinaria del Cgie del giugno 2013 nessuno osó ipotizzare una simile iattura in pieno periodo estivo. E viene il dubbio che tali decisioni avvengano in periodi in cui meno presente é l’attenzione dell’ opinione pubblica. Il ministro degli esteri Bonino portó il saluto all’ organismo elettivo di cui é presidente e affrontó il tema delle istituzioni italiane all’ estero. Riordinare, ridisegnare, rivedere, aggiornare, ammodernare, furono i verbi utilizzati dal ministro per illustrare gli interventi dell’ Italia all’estero.
Verbi che indicavano una attenzione straordinaria ai milioni di nostri cittadini che vivono nel mondo portando ovunque il loro sapere e la loro professionalitá. Tra loro, gli emigrati di un sessantenio di storia dell’emigrazione italiana del dopo guerra di cui l’ Italia ha perso , spesso e ignobilmente, le tracce e le migliaia di nuovi arrivati che hanno alzato lo sguardo oltre le alpi per costruire altrove il loro avvenire. Piú che un riordino sembrami uno smantellamento . La preannunciata chiusura delle agenzie consolari di Neuchatel, Sion, e Wettingen, in Svizzera, senza una lucida analisi dello stato di cose, non é che l’ ultimo atto di una politica miope, preceduto dallo smantellamento delle sedi di Losanna e Coira nei grigioni, attuato a suo tempo dal governo Berlusconi per mano dell’ allora sottosegretario Mantica. Losanna, capitale olimpica, massimo centro economico e commerciale dell’area francofona della Confederazione, in cui operano e lavorano oltre centomila nostri connazionali. Le responsabilitá di tale decisione, aldilá dell’ ufficialitá, con il trasferimento della rappresentanza consolare a Ginevra, fra lo sconcerto del mondo italiano e delle autoritá e delle istituzioni locali, non sono mai state chiarite sin in fondo.
Cosí come la chiusura dell’agenzia di Coira, capitale dei grigioni, centro del turismo internazionale. Riordinare, ridisegnare, non vuol dire smantellare. Ed é per tali giuste considerazioni che occorre fare il possibile per riaprire le sedi di Losanna e Coira, indebitamente chiuse. Sarebbe un atto di forte impatto per gli interessi dell’ Italia nella Confederazione Elvetica e dei nostri connazionali. Sanerebbe i guasti di una irresponsabile decisione del passato e creerebbe i presupposti e il clima di fiducia indispensabili per ricreare un corretto rapporto tra lo stato e i suoi cittadini. La delegazione dei Comites e del Consiglio Generale ha incontrato, mercoledí scorso, il ministro Bonino in visita a Berna, esprimendo il forte dissenso per le chiusure delle agenzie in oggetto. Osiamo sperare nella forte attenzione del ministro per le istanze presentate dai nostri rappresentanti. Vi é tutto un contenzioso da risolvere positivamente: chiusure consolari, investimenti per l’nsegnamento della lingua e cultura, tassa IMU per i connazionali iscritti all’ AIRE e altro ancora.
Non mancherá l’ impegno e l’attenzione nostre.