Depositato in commissione Affari costituzionali il testo della legge elettorale
La nuova versione della riforma elettorale detta “Rosatellum bis”, dal nome del capogruppo alla Camera del PD Ettore Rosato che aveva già presentato una prima versione lo scorso giugno, è stata depositata in commissione Affari costituzionali.
Si tratta di una legge elettorale mista proporzionale-maggioritario, molto simile al Mattarellum, la legge elettorale in vigore tra il 1993 e il 2005. Con il “Rosatellum bis” il 36% dei seggi viene assegnato con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali – cioè collegi in cui ogni partito presenta un solo candidato – mentre il restante 64% viene assegnato con criteri proporzionali e distribuiti in 231 seggi alla Camera e 102 al Senato eletti con i collegi.
A differenza del sistema elettorale attualmente in vigore, è che si tratta di un proporzionale puro, inoltre, la presenza di numerosi collegi uninominali incentiverà le coalizzazioni tra i vari partiti.
I tempi dei lavori in commissione non dovrebbero essere troppo lunghi. “Il testo depositato dal Pd è nuovo, ma non del tutto visto che riprende il Rosatellum. Non credo che ci vorrà tantissimo tempo per gli emendamenti”, ha detto il presidente della Affari costituzionali, Andrea Mazziotti, anzi pare che possa approdare in aula già il prossimo 4 ottobre. “Questa è l’ultima occasione della legislatura entro metà ottobre la legge potrebbe essere approvata – afferma Ettore Rosato – Ognuno si assume le proprie responsabilità”, osserva Ettore Rosato.
Anche per il relatore Emanuele Fiano non dovrebbero esserci intoppi, il testo “risponde alle critiche avanzate verso le precedenti proposte”. Insomma, dicono i dem, ci sarebbero “tutti i presupposti per arrivare fino in fondo”. La legge è stata proposta dal PD e per il momento è appoggiata anche da Forza Italia, Lega Nord e dai centristi della maggioranza, come Alleanza Popolare del ministro degli Esteri Angelino Alfano.
Non d’accordo sul Rosatellum bis sono M5S, anche Fdi, Sinistra Italiana e Mdp. “Il Rosatellum non mi piace ma tanto non ce la faranno mai ad approvarlo. Immaginatevi al tavolo Renzi, Alfano, Berlusconi che con la cartina dell’Italia devono dividersi i collegi…” è il commento di Danilo Toninelli dei 5 Stelle.
“Crescono i nominati persino rispetto all’Italicum dal 60% al 67%. Le coalizioni sono finte, senza un programma comune né candidati premier comuni ma soltanto delle dichiarazioni di apparentamento. C’è poi l’insostenibile meccanismo del voto unico e altri pasticci come quello della soglia di sbarramento al 10% per i partiti coalizzati prevista per fare in modo che i partiti più grandi si prendano i voti di liste e listarelle coalizzate che non arrivano al 3%” è invece l’opinione di Alfredo D’Attorre. A causa di queste contrarietà, il percorso legislativo del Rosatellum bis, rischia delle sorprese durante il voto segreto.
Come funziona il Rosatellum bis
La proposta di testo base delinea un sistema elettorale misto, in cui l’assegnazione di 231 seggi alla Camera e 102 seggi al Senato è effettuata in collegi uninominali con formula maggioritaria, in cui vince il candidato più votato. I restanti seggi vengono assegnati con metodo proporzionale, nell’ambito di collegi plurinominali.
I partiti possono presentarsi da soli o in coalizione. I partiti in coalizione presentano candidati unitari nei collegi uninominali.
In ogni collegio plurinominale, ciascuna lista è composta da un elenco di candidati che va da un minimo di due a un massimo di quattro, presentati secondo un determinato ordine numerico.
Il candidato in un collegio uninominale può essere candidato altresì nei collegi plurinominali, fermo restando il limite di tre.
Ogni elettore dispone di un unico voto da esprimere su una scheda recante il nome del candidato nel collegio uninominale ed il contrassegno della lista o delle liste collegate, corredate dei nomi dei candidati nel collegio plurinominale.
Le soglie di sbarramento sono del 3% per le liste singole e del 10% per le coalizioni.
foto: Ansa