Confederazione, cantoni e comuni hanno definito il futuro del settore dell’asilo
La Conferenza nazionale sull’asilo ha approvato all’unanimità la prima tappa per la grande riforma del settore dell’asilo, che prevede il nuovo riassetto dei centri federali, con l’obiettivo di accelerare le procedure. I centri saranno ripartiti su sei regioni e la Confederazione disporrà di 5000 posti d’alloggio per i richiedenti l’asilo. Ai cantoni spetterà decidere dove realizzarli.
I richiedenti l’asilo in arrivo saranno concentrati in centri federali che si troveranno nelle sei regioni ripartite nel Canton Zurigo, Canton Berna, Svizzera Romanda, Svizzera centrale e meridionale, Svizzera nordoccidentale e Svizzera orientale. In ogni regione ci saranno giuristi e funzionari che gestiranno un centro di procedura. Il ministro di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga ha spiegato la delibera: “È una pietra miliare. Avere tutte le strutture in un centro rende le procedure più efficaci”. In futuro la Confederazione gestirà 16 centri federali per 5000 richiedenti anziché gli attuali 1600. Indipendentemente dal numero di abitanti ogni regione dovrà stabilire un numero determinato di posti, avrà un centro di procedura e al massimo tre centri di partenza. La regione Canton Zurigo ospiterà 870 persone, mentre il numero più alto sarà nella Svizzera romanda con 1280. La maggior parte dei richiedenti riceverà nei centri una procedura accelerata con l’obiettivo di raggiungere nell’arco di tre-cinque mesi la decisione finale. Dopo una fase di preparazione di tre settimane per chiarire identità e provenienza, nel 20% dei casi si prevede la procedura rapida che dura al massimo 100 giorni lavorativi. Per i casi dell’accordo di Dublino (40%) la procedura prevede al massimo 140 gironi per il rimpatrio. Entrambi i casi non saranno più ripartiti tra i Cantoni, ma saranno collocati nei centri federali. Il restante 40%, che richiede una procedura allargata, sarà ripartito sui cantoni e la procedura dovrà essere chiusa nell’arco di un anno. Inoltre su scala nazionale saranno operativi due centri speciali per i richiedenti che mettono a rischio la sicurezza e l’ordine pubblico.
La prima tappa della riforma sull’asilo mette tutti d’accordo, premessa positiva per metterla in atto e migliorarla. Entro la fine del 2014, le regioni definiranno i luoghi per ospitare i centri federali sotto la guida dell’Ufficio federale della migrazione (UFM) e dei cantoni. Questi ultimi beneficeranno di una compensazione se offriranno prestazioni speciali. “A chi ospiterà un centro federale per le procedure o per il rinvio sarà attribuito un numero minore di richiedenti l’asilo per le pratiche più lunghe” ha spiegato il presidente della Confederazione direttori cantonali e di giustizia e polizia Hans Jürg Käser. In mancanza di un accordo nella scelta dell’ubicazione tra i cantoni sarà la Confederazione a intervenire. Alla riuscita della riforma e alla disponibilità a trovare un compromesso politico può contribuire anche la diminuzione delle richieste d’asilo: nel 2013 le richieste sono state 21.500, ossia il 25% in meno rispetto all’anno prima.