Il 9 giugno 2013 il popolo voterà sulla revisione urgente della legge sull’asilo
Da oltre 20 anni il diritto d’asilo è un tema caldo della politica svizzera. Il popolo svizzero tornerà a votare sulle modifiche urgenti della legge sull’asilo. La riforma mira ad accelerare le procedure d’esame, più lunghe che in altri paesi europei. Durante il dibattito sulla revisione della legge sull’asilo il Parlamento aveva adottato modifiche, dichiarandole urgenti e volte a ridurre il numero delle domande d’asilo, quasi raddoppiate tra il 2010 e il 2012. Le misure sull’asilo sono state respinte dal Partito socialista e dai Verdi in nome della tradizione umanitaria svizzera. Le nuove norme sono già in vigore dal 29 settembre e sono sottoposte al voto popolare in seguito al lancio del referendum “No alla revisione della legge sull’asilo” da parte dei giovani Verdi, sindacati e organizzazioni umanitarie. Se il popolo dovesse respingerle, le modifiche saranno abrogate nel settembre 2013.
I promotori del referendum contestano quattro disposizioni della revisione, ritenendole un inasprimento che non si può pretendere. È soppressa la possibilità di chiedere asilo presso le ambasciate e le domande possono essere presentate solo alla frontiera. In questo caso la Svizzera blocca una delle più importanti possibilità di fuga e consegna i rifugiati nelle mani di passatori criminali, ammonisce il comitato. È contestata anche la disposizione di non ritenere più rifugiati le persone esposte a serie minacce per aver disertato o rifiutato di prestare sevizio militare. Questa misura colpirebbe i rifugiati più in pericolo. Tuttavia la protezione è offerta in virtù della Convenzione internazionale sullo statuto e l’ordine pubblico e obiettori di coscienza e disertori continueranno a ottenere asilo in Svizzera se nel loro Paese rischiano una pena sproporzionatamente elevata o la persecuzione.
Inoltre gli oppositori sono contrari ai centri speciali, nei quali sarebbero collocati i rifugiati renitenti, cioè chi compromette la sicurezza e l’ordine pubblico e mette notevolmente a rischio il funzionamento dei centri di registrazione con il loro comportamento. In questo modo si crea una nuova “categoria” di rifugiati, criticano i referendari. Anche la riduzione dei termini per il ricorso per i richiedenti l’asilo, che scende da 30 a 10 giorni con convince il comitato referendario. È previsto che i richiedenti l’asilo restino nei centri federali fino al termine dell’esame della procedura (entro 100 giorni) in attesa del responso. Se la richiesta d’asilo sarà respinta i 10 giorni a disposizione sono pochi per inoltrare un ricorso efficace.
Le modifiche della legge sono invece sostenute dai partiti borghesi e dal Governo. Per gli esponenti dei partiti di destra e di centro le disposizioni urgenti applicate lo scorso settembre sono un passo importante verso il funzionamento del settore dell’asilo. In primis sostengono la riforma che permette di accelerare le procedure d’esame. Nell’arco di due anni il Governo può sperimentare nuove procedure, ottenendo così uno strumento efficace per contrastare i tempi lunghi delle procedure che in Svizzera possono durare fino a quattro anni. Queste procedure sono inaccettabili e soprattutto molto care, secondo il ministro di giustizia Simonetta Sommaruga. Per i fautori, la revisione della legge combatte gli abusi e l’alto tasso di criminalità dei richiedenti l’asilo, i quali hanno raggiunto tra la popolazione il limite di tolleranza.