La cittadinanza come impegno del Governo per Gentiloni e l’assoluta negazione espressa dal leader leghista Matteo Salvini, mentre Grillo mostra una certa apertura allo Ius soli: a che punto siamo
È un crescendo di tensioni e di battute tra politici che non se le mandano a dire sull’argomento “Ius soli” e sulla sua eventuale approvazione.
Ma quali sono i numeri che spaventano gli oppositori alla nuova riforma dello Ius soli? Si parla di un totale di 800mila potenziali beneficiari immediati (circa il 74% dei minori stranieri su tutto il territorio) e 58 mila nuovi potenziali beneficiari ogni anno, secondo i dati diffusi dalla Fondazione Leone Moressa, che in un recente studio ha individuato i cittadini stranieri che, con la riforma attualmente ferma al Senato, beneficerebbero della cittadinanza italiana. In realtà la riforma non introduce le procedure dello Ius soli per la prima volta in Italia, ma ne modifica alcuni passaggi. Nella forma attuale, in Italia la cittadinanza per lo straniero scatta e può essere richiesta nel momento in cui lo straniero compie il 18° anno di età e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”, mentre con le nuove procedure ci sono due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli temperato (“diritto legato al territorio”) e ius culturae (“diritto legato all’istruzione”).
Il primo prevede che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni e risponda a certi requisiti come la conoscenza della lingua. Per quanto riguarda lo ius culturae, potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie).
“L’impegno del governo e mio personale, ne parlo il meno possibile ma ci sto lavorando molto, è che i bambini” figli di stranieri e nati in Italia “possano avere diritto alla cittadinanza. Stiamo lavorando per trovare le condizioni per approvare la legge sulla cittadinanza entro questa legislatura” aveva affermato Gentiloni alla riunione del Pd ed è solo una delle voci che si esprime a favore dell’introduzione dell’approvazione della Ius soli. Anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti, alla Conferenza programmatica del Pd si è espresso sullo Ius soli affermando che “dobbiamo prendere un impegno solenne: approvare in questa legislatura lo Ius soli. Non è una legge sull’immigrazione ma sull’integrazione, due cose radicalmente diverse. Lo Ius soli è una legge di principio e un grande partito in questo caso si batte, decide e convince ma mai rinuncia. Non rinunceremo”.
Mentre anche Grillo, il garante del Movimento 5 stelle, ha mostrato una certa apertura nei confronti dello Ius soli per il quale è “una parola che svia, noi siamo aperti con alcune garanzie che ci vogliono”. “Per prima cosa, quando si parla di accoglienza, è che devi fare stare bene le persone che sono qua – dice -infatti il decentramento funziona perché lasci le risorse dove vengono prodotte”. “Noi – ha aggiunto – dobbiamo analizzare e controllare i flussi” di migranti.
Non è d’accordo Matteo Salvini che afferma di fare tutto ciò che sarà lecito per non permettere l’approvazione dello Ius soli: “Renzi, Minniti e Gentiloni: ‘Approveremo lo ius soli’. Non penso proprio. La cittadinanza non si regala #stopinvasione. Li fermeremo, in ogni maniera (consentita)”. “Se portano lo Ius soli in aula, si preparino con i sacchi a pelo e le tende perché non escono dall’aula con lo Ius soli”, ha poi aggiunto Salvini parlando a Palermo dove si trova per i sostenitori di ‘Noi con Salvini’. “Faremo tutto quello che umanamente e democraticamente possibile perché è una legge contro gli interessi degli italiani e degli stessi immigrati. Lo Ius soli non lo votano, questo è un mio impegno”, ha detto il leader leghista. E sull’apertura di Beppe Grillo, Matteo Salvini mentre è in viaggio a Palermo in vista delle regionali siciliane di domenica si pronuncia con un secco “non ci siamo proprio!”
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