Anche i personaggi più noti soffrono di piccole grandi ossessioni a volte comuni, a volte del tutto bizzarre
Il nome suona alquanto strano – ataxofobia – ma il sintomo non è poi così raro come potrebbe sembrare.
L’ataxofobia, cioè la paura o l’ansia del disordine, della confusione, interessa una persona su venti, può non essere una malattia se resta a livelli accettabili, ma può diventarlo se supera i livelli di guardia e diventa un’ossessione.
Ci sono dunque delle persone che sono “disturbate” dal disordine, da coperte ammucchiate, da cuscini fuori posto, da scarpe non allineate ed in genere da oggetti lasciati non al loro posto. Nelle forme più ossessive, l’individuo ataxofobico entra in ansia se in frigo, ad esempio, le lattine di birra o di coca cola non sono allineate o se la coperta sul letto non è ben distesa.
La paura del disordine e della trascuratezza assilla anche David Backham, star del football. Si dice che abbia la mania di controllare che in frigo tutte le lattine siano perfettamente allineate!
“È la fobia tipica di chi ha un disturbo ossessivo: si sta molto attenti all’ordine esterno per controllare il disordine che si ha dentro”, sottolinea lo psicoterapeuta Mauro Corsaro. “Nel tentativo di gestire emozioni che sfuggono al controllo, si cerca di tenere in ordine la casa oppure la scrivania. Da qui la paura di non controllare più il caos e venirne sopraffatti”.
Non c’è soltanto l’ordine fisico e geometrico a preoccupare alcune persone, c’è anche la precisione, la puntualità, l’abitudine ad eseguire un compito fino alla perfezione.
Il guaio è che fino a quando si desidera far bene le cose, può essere facilmente accettabile. Quando, poi, queste manie diventano quotidiane ed ossessive, allora si comprende che è difficile andare d’accordo oppure convivere con queste persone, perché si finisce col comprometterne il rapporto.
Poi la fissazione dell’ordine finisce per portare ad un’altra mania, quella di controllare tutto. Spesso, però, essa si manifesta in forme talmente accettabili che non si sa nemmeno che si tratta di un disturbo.
Allora cosa fare quando la fobia diventa un tormento? Bisogna prendere provvedimenti e riflettere ogni volta che si avverte un disturbo da disordine.
Ad esempio, bisogna imporsi di lasciar correre. C’è qualcosa nel frigo che disturba? Ma sì, lasciar stare tutto e uscire, tanto, allineate o meno le lattine non scappano.
A volte, magari, basta fare piccoli esperimenti, come uscire insieme al partner e, di comune accordo, lasciare un quadro un po’ storto. Insomma, prenderla con filosofia e riderci su. Le prime volte si avrà un po’ di difficoltà, si sentirà forte l’impulso di ritornare indietro e mettere tutto in ordine, ma può essere anche che funzioni, magari dopo tanti insuccessi. L’importante è non perdersi d’animo.
È come il fumo: se si fallisce una, due, tre o più volte, non vuol dire che bisogna arrendersi. Si può smettere anche dopo molti tentativi.
L’altra imposizione a cui l’ataxofobico dovrebbe sottoporsi è la tolleranza nei confronti di parenti che invece arrivano in ritardo e sono imprecisi e disordinati.
Se l’autocontrollo non funziona perché il disturbo è a livelli esasperati, allora bisogna ricorrere ad una psicoterapia per individuare le cause del disturbo e cercare di superarle razionalizzandole. Se anche la via psicologica non funziona, c’è lo psichiatra che può prescrivere farmaci serotoninergici. L’autocontrollo è sempre valido, ma oggi ci sono anche le tecnologie che aiutano. È il caso della realtà virtuale, creata da monitor e computer, che riproduce situazioni in cui il soggetto avverte il disturbo favorendone l’accettazione o depotenziandolo della carica negativa.