Nazioni unite sotto attacco: Israele colpisce un contingente di pace. Prese di mira basi italiane
“Israele agisce in modo trasparente e in stretta collaborazione con l’Italia e con le forze Unifil che operano sul campo, e si rammarica per qualsiasi danno alle Nazioni Unite e alle forze non coinvolte”, si legge in una nota diffusa dall’ambasciata israeliana a Roma dopo gli attacchi contro le postazioni di Unifil lungo la Blue Line.
Ma i toni erano diversi quando a prendere parola è stato l‘ambasciatore di Israele all‘Onu Danny Danon quando, intervenendo al Consiglio di sicurezza dopo il primo attacco alle forze di pace ha spiegato che era stato chiesto a Unifil di „spostare temporaneamente le forze di pace cinque chilometri a nord per evitare pericoli. Con l’intensificarsi dei combattimenti, Unifil ha scelto di restare. Noi chiediamo loro di riconsiderare questa decisione in modo da proteggere il personale”.
„ll vostro silenzio ha armato la nostra mano“ è stata dunque la risposta e la giustificazione dell‘ambasciatore israeliano.
Il primo attacco
Le forze armate israeliane hanno aperto il fuoco contro il quartier generale dell’Unifil a Naqoura, ferendo due caschi blu e le altre due postazioni a Labbouneh e Ras Naqoura che ospitano il contingente italiano.
L’esercito di Israele ha sparato su una delle basi italiane lungo la linea di demarcazione con il Libano nella giornata di giovedì 10 ottobre, puntando contro la base UNP 1-31 sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano. Inoltre, fonti locali hanno riferito che successivamente un drone israeliano ha ripetutamente sorvolato la base, prendendo di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani e danneggiando i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura. Secondo quanto riferito, nessun militare italiano sarebbe rimasto ferito dopo l‘attacco, mentre sono rimasti feriti due soldati indonesiani.
Profonda preoccupazione internazionale
La situazione in Libano con l’attacco alle basi Unifil desta una profonda preoccupazione e una dura condanna è giunta immediatamente dall‘Onu che ha sottolineato come “ogni attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto umanitario internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”. “Ricordiamo alle Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità dei locali dell’Onu in ogni momento”.
Ma la condanna arriva unanime da tutto il mondo, come dal primo ministro irlandese Simon Harris o dal ministro degli Esteri spagnolo Josè Manuel Albares; dal governo cileno di Gabriel Boric o dal Canada che ha sempre sostenuto l‘offensiva militare di Israele in Libano e ha descritto l‘attacco delle truppe israeliane “allarmante e inaccettabile”. Dall‘Indonesia, dalla Cina e dalla Turchia: la condanna all‘attacco contro Unifil in Libano viene seguito con molta preoccupazione da tutto il mondo.
Italia: attacco inammissibile
L‘Italia ha subito convocato l‘ambasciatore dello Stato ebraico a Roma, mentre il ministro della Difesa Crosetto si è messo subito in contatto con l’omologo israeliano Yoav Gallant per protestare con lui dell‘azione ricordandogli che ciò che accade nei pressi delle basi italiane di Unifil, nel Sud del Libano e – in generale – verso il contingente Unifil, è inaccettabile. “Questi incidenti sono intollerabili, devono essere accuratamente e decisamente evitati. Non si tratta di un errore, non si tratta di un incidente gli atti ostili reiterati delle Forze israeliane contro la base 1.31 potrebbero costituire crimini di guerra e sicuramente sono gravissime violazioni del diritto internazionale” ha poi affermato in conferenza stampa. Anche la Premier Meloni ha definito l‘accaduto „inammissibile“ e il governo italiano ha formalmente protestato con le autorità israeliane.
“La situazione certamente è di grande pericolo, è inaccettabile quello che è accaduto nei giorni scorsi e quello che è accaduto dove sono rimasti feriti due soldati indonesiani. Noi ora aspettiamo le scuse e le spiegazioni da parte del governo israeliano”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Tg2 Post.
Hezbollah si nasconde vicino le basi Unifil
Secondo l‘ambasciata israeliana in Italia Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi Unifil e Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi vicino a quell’area. Per questo motivo era stato richiesto a Unifil di spostarsi di 5 km a nord “per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e mentre la situazione lungo la Linea Blu rimane instabile a causa dell’aggressione di Hezbollah”. “Israele non ha alcun desiderio di stare in Libano, ma farà ciò che è necessario” per costringere Hezbollah ad allontanarsi dal suo confine settentrionale in modo che 70.000 residenti possano tornare alle loro case nel nord di Israele, ha aggiunto.
Secondo attacco
La situazione si complica oggi per via di un nuovo attacco da parte dell‘Idf verso Unifil ferendo altri due militari, due peacekeeper dello Sri Lanka , per questo in un comunicato stampa delle Nazioni Unite in Libano viene descritta una situazione a “rischio molto elevato” per i soldati della missione Onu. L‘attacco dell‘Idf è avvenuto nelle ore mattutine con”due esplosioni vicino ad una torre di osservazione”, l‘avanzamento di “carri armati israeliani ” e l‘abbattimento di un muro di protezione con un bulldozer dell’esercito israeliano.
Israele si difende
I due caschi blu di Unifil “sono stati feriti inavvertitamente durante i combattimenti delle Idf contro Hezbollah nel Libano meridionale”. È quanto affermano le Forze di difesa israeliane ribadendo l’impegno a “prendere ogni precauzione per ridurre al minimo i danni ai civili e alle forze di pace”. L’Idf, si legge in una nota, “esprime profonda preoccupazione per incidenti di questo tipo e sta attualmente conducendo un esame approfondito ai più alti livelli di comando per determinare i dettagli”.
Redazione La Pagina