Melissa è morta cercando una spiegazione a quello che le stava accadendo. Lunedì si sono svolti i funerali della ragazza mentre si spera per Veronica che lotta per rimanere in vita e spunta un presunto colpevole
Il sabato è solitamente il giorno della settimana più atteso dai giovani studenti, le lezioni sembrano quasi più leggere perché lenite dal pensiero che si avrà tutto il pomeriggio a disposizione, la sera per uscire e la mattina dopo, la domenica, per riposare e dormire un po’ di più. Con questa consapevolezza deve essersi recata a scuola Melissa Bassi sabato scorso. La sedicenne frequentava la seconda A dell’indirizzo servizi sociali, dell’istituto professionale femminile “Morvillo Falcone” di Brindisi, ma quella mattina, non ha fatto neanche in tempo ad entrare in istituto. Con la spensieratezza che accompagna quell’età, Melissa e le sue compagne, non si erano accorte delle tre bombole di gas, collegate ad un timer (di cui sono stati trovati i resti) nel raccoglitore per i rifiuti, così come non si erano accorte neanche che il cassonetto che probabilmente conteneva l’ordigno, posizionato solitamente una cinquantina di metri dalla scuola, quella mattina era in una posizione diversa, ovvero nella zona dove gli studenti si radunano in attesa della campanella, particolare su cui stanno lavorando gli inquirenti. È stato così che il 19 maggio appena trascorso Melissa e le sue compagne si sono trovate coinvolte in un attentato. Alle 7:40 di quella mattina il rudimentale ordigno scoppia e fa saltare in aria tutto quello che c’è nelle vicinanze, oggetti e persone, come se fosse polvere. Si è sentito un forte boato che ha spezzato la vita di Melissa e ferito gravemente quella di una decina di ragazze. Un boato che ha spiazzato l’intera Italia. Ha raccontato il medico che ha assistito Melissa durante il trasporto d’urgenza all’ospedale Terrino di Brindisi, che la ragazza ha aperto gli occhi pieni di paura e di stupore, ha fatto in tempo a dire il suo nome, e a chiedere “che succede?”, per richiuderli per sempre. Queste le ultime parole di Melissa: il suo nome che deve rimanere ben impresso a chi ha spezzato la sua giovane e innocente vita e a tutti noi, per non dimenticarla; e quella domanda ingenua che rispecchia il senso di angoscia e di dubbio che attanaglia noi tutti, tutta l’Italia davanti ad un evento del genere: Cosa sta succedendo? Melissa è morta così, tra la paura, il dubbio, lo stupore e lo sconcerto senza sapere quello che le è accaduto, quello che stava accadendo. E il suo interrogativo non ha ancora trovato risposta e non sappiamo se la troverà.
Come mai questa crudeltà contro una scuola? Perché la volontà di uccidere delle ragazze così giovani? Chi è il possibile attentatore?
Mafia o criminalità organizzata, terrorismo emergente o un folle? Tutti interrogativi che restano in sospeso. L’inchiesta è in mano alla Dda di Lecce e alla Procura di Brindisi. Gli inquirenti hanno escluso subito che il vero obiettivo dell’attentato sia il Palazzo di Giustizia, distante poche decine di metri dalla scuola e, dalle ultime notizie che trapelano mentre andiamo in stampa, hanno già individuato un possibile colpevole grazie al video girato dalla telecamera di sicurezza posta nel chioccio davanti alla scuola.
Sarebbe Claudio Strada, un tecnico tv, sposato con una donna dell’Est, tradito dalla mano offesa chiaramente visibile nel video dell’attentato. «Il governo intende avere la più grande fermezza e determinazione contro ogni tipo di criminalità e opera perchè il paese sia più che mai unito in questi momenti» afferma il premier Mario Monti parlando di questo attentato come «atto senza precedenti». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprime il suo «profondo dolore» per la morte di Melissa e chiede un «rapido ed efficace svolgimento delle indagini volte a individuare la matrice e i responsabili di questo sanguinoso attacco alla convivenza civile».
Un’altra ragazza adesso si trova a lottare tra la vita e la morte a causa di questo attentato, la cui natura è ancora da definire. Veronica Capodieci è stata trasferita dall’ospedale “Perrino” di Brindisi al “Vito Fazzi” di Lecce, in prognosi riservata. Il suo corpo è stato devastato dalla deflagrazione nella zona toracica e sottoposta a due interventi chirurgici ma si è reso necessario il trasferimento a Lecce per salvarle la vita. Adesso è in rianimazione e lotta per restare in vita, pare che già abbia aperto gli occhi. I funerali di Melissa si sono tenuti lunedì scorso alle 16:30 a Mesagne, nella Chiesa di Tutti Santi che nonostante i suoi 700 posti non è riuscita a contenere tutta la folla accorsa che si è riversata sulla piazza antistante, piazza IV Novembre, si parla d circa 4 mila persone. Presenti diverse autorità, il premier Mario Monti, Fini, Vendola, Profumo, Saverino Cancellieri, i sindaci dei comuni pugliesi, per assistere ai funerali celebrati dall’arcivescovo di Brindisi Rocco Talucci. In prima fila il papà di Melissa abbraccia una foto della sua piccola, la mamma non c’è, non ce l’ha fatta ad esserci per un malore che l’ha tenuta in ospedale. Alla fine della cerimonia alcuni amici e coetanei della ragazza hanno rivolto dei pensieri per Melissa: “Sarai tu il nostro modello, il nostro punto di riferimento. Il tuo banco non sarà mai vuoto. Ciao Piccolo Angelo” dice una compagna, “Siamo convinti che non ci hai lasciati” dice un suo caro amico e infine il presidente del consiglio comunale di Mesagne legge con voce commossa in messaggio di ringraziamento al posto dei genitori: “Quelle mani assassine non ti hanno sradicato dal cuore di mamma Rita e papà Massimo”.