Sono il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25 anni, le due vittime dell’attentato di lunedì 17 in Afghanistan nei pressi di Bala Murghab.
Un ordigno è esploso provocando la morte dei due militari e il ferimento di altri due immediatamente evacuati presso l’ospedale da campo di Herat con elicotteri Isaf. I quattro si trovavano a bordo di un veicolo blindato Lince posizionato nel nucleo di testa di una colonna composta da decine di automezzi di diverse nazionalità, partita da Herat e diretta a Bala Murghab. Dalle ricostruzioni risulta che il veicolo colpito occupasse la quarta posizione lungo il convoglio che era in movimento e si trovava a 25 km a sud di Bala Murghab. Ramadù era originario di Velletri, in provincia di Roma, mentre Pascazio era nato a Bitetto, in provincia di Bari ed era figlio di un poliziotto. Il padre del militare ha appreso la notizia in questura a Bari, dove era in servizio. Con la morte dei due militari italiani arriva a duecento il numero dei soldati del contingente Nato uccisi in Afghanistan dall’inizio dell’anno.
Nel 2009 furono 520 i militari morti nel paese, dove entro agosto dovrebbero arrivare nuove truppe americane per arrivare a un contingente di 150 mila unità. Il ritiro delle forze Nato dal paese dovrebbe cominciare nel corso del 2011.
I due feriti non sono in pericolo di vita. Si tratta del caporale folignate Cristina Buonacucina, radiofonista del blindato Lince, e del caporalmaggiore Gianfranco Scirè, 28 anni, originario di Casteldaccia (Palermo) che si è fratturato una gamba.
“Ancora una volta si è trattato di uno Ied, cioè di un ordigno improvvisato, ma di altissima potenzialità, che è esploso sotto il quarto veicolo di una colonna che da Herat procedeva per una operazione”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. “Vi è un grande sincero dolore – ha spiegato La Russa – per la perdita di queste due giovani vite. Per la prima volta è rimasta ferita abbastanza seriamente una donna del contingente italiano in Afghanistan. Sono ordigni – ha aggiunto – con grande potenza esplosiva ma artigianali, piazzati sulla strada. In genere il colpo viene assorbito dall’ottimo mezzo in dotazione ai nostri militari, il Lince, che ha salvato molte vite dei nostri militari. In questa occasione la potenza dell’esplosivo è stata fortissimo”.
Nell’esprimere il cordoglio per le vittime italiane in Afghanistan, Berlusconi ha sottolineato al tempo stesso “la fondamentale importanza della missione in Afghanistan per la stabilità e la pacificazione di un’area strategica”. “Lo scacchiere internazionale – ha commentato invece Fini – continua a provocare lutti e tragedie”. “Ancora una volta – ha dichiarato il presidente del Senato Renato Schifani – l’Italia piange altri due suoi caduti per la libertà e la pace. Due soldati italiani uccisi dal terrorismo perché difendevano la democrazia e la sicurezza internazionale”.
L’opposizione nel frattempo chiede al governo di riferire in Parlamento: “Sappiamo con quale impegno i nostri soldati svolgono la loro missione in quel paese – ha detto la presidente del gruppo Pd in Senato, Anna Finocchiaro – e negli altri paesi dove le nostre forze armate sono impegnate nelle missioni internazionali. È necessario ora che il governo venga al più presto in Senato a riferire su quanto avvenuto. Il Parlamento e il Paese devono essere informati e serve una discussione seria e approfondita sul nostro impegno in Afghanistan”.