Il gioco amatissimo compie 65 anni
Squadre improvvisate, spesso, amici persi e trovati, intere serate passate a far scivolare la pallina tra statuette sagomate in plastica di calciatori bicolori. Ovunque e senza limiti di ceto o età. Nel bar di paese e nella festa di piazza, dal grande evento metropolitano al pub più alla moda, dal campeggio abitato da under 25 al villaggio vacanze meta turistica di famiglie e coppie adulte. L’estate volge al temine, ma non la passione per uno dei giochi più amati e frequentati dagli italiani di ogni età, che giunse nel nostro paese nel 1949. Per l’occasione, il lungomare Amerigo Vespucci è diventato accessibile a tutti con l’allestimento di normali tavoli da biliardino insieme a quelli utilizzati dalla Nazionale Italiana Paraolimpica Italiana di Calcio Balilla, vincitrice del titolo mondiale nel 2013. Quale periodo migliore per omaggiare il Calcio Balilla se non agosto, periodo in cui schiere di giovani, dal dopoguerra a oggi, hanno speso ore sotto il sole cocente a confrontarsi tra giochi di polso e di mezza palla, rullate, trillate, frullate? E pensare che in Italia la diffusione del calcio da tavolo è iniziata al termine della Seconda guerra mondiale, quando dei rudimentali biliardini sono stati utilizzati per la riabilitazione dei reduci di guerra. Da qui il nome di calcio balilla che, ancora oggi a sessantacinque anni dal suo arrivo in Italia, continua ad essere protagonista dell’intrattenimento pulito e intelligente, trasversale e adatto a tutti, in grado di sviluppare una socialità ormai alienata dai videogiochi e dalle consolle più moderne. Parlando della festa sul Lungomare di Ostia l’organizzatore, Raffaele Curcio, Presidente del Sapar, Sezione apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative, ha dichiarato “Iniziative come questa consentono di riscoprire il fascino di un gioco che accomuna tutte le generazioni, il Calcio Balilla, uno dei più amati e popolari.
Un gioco responsabile, vera occasione di socialità, che i gestori associati Sapar promuovono da sempre ricercando un dialogo costante con istituzioni e associazioni impegnate nel contrasto alla ludopati”. Storia affascinante, quella del calcio Balilla che nasce in Francia, nel 1947, quando il marsigliese Marcel Zosso creò i primi biliardini in serie simili a quelli che conosciamo oggi. Nel 1949 Zosso è arrivato in Italia dove, curiosamente, ha trovato dei fornitori tra i produttori di casse da morto. Negli anni ’50 il calcetto si è diffuso anche negli Stati Uniti d’America, anche se per il boom vero e proprio si è dovuto attendere qualche anno, quando i soldati americani, che avevano combattuto in guerra in Europa, sono ritornati a casa e l’hanno fatto conoscere a parenti e amici. Oggi il biliardino è diffuso in tutto il mondo ed è considerato un vero e proprio sport, con tanto di federazioni, associazioni e campionati. In Italia, lo Sport del Calcio Balilla, è stato anche riconosciuto come Sport Riabilitativo ed è impiegato nei principali ospedali e Centri spinali come terapia. La Nazionale Paraolimpica Italiana di Calcio Balilla nel 2013 ha vinto il titolo di Campione del Mondo con Francesco Bonanno, Fabio Cassanelli, Alessandro Nigra Gattinotta, Roberto Silvestro e Roberto Falchero (coach). Il gioco del calcetto non è universale, ma esistono diverse specialità. Le regole utilizzate in Italia, ad esempio, sono diverse rispetto a quelle degli altri Paesi. All’estero e nelle competizioni internazionali sono infatti consentiti i ganci, ossia passaggi da un giocatore all’altro della stessa linea, ma anche passetti stop e tiro, palle ferme e trascinate.
Pratiche che in Italia sono assolutamente proibite e che penalizzano non poco i giocatori italiani nelle competizioni fuori dalla Penisola, dato lo svantaggio tattico che comporta il non poter essere allenati a usarle. Tipico del gioco all’italiana è la “napoletana”, ossia il tiro dal tridente con l’attaccante centrale che “spizzica” la pallina in modo che finisca in porta dopo averla colpita, e la “cinese”, riservata ai più esperti, che consiste nel tirare dal tridente la palla in sponda e poi colpirla subito con l’attaccante. Da tempo si sta cercando di unificare le regole in tutto il mondo, anche se per ora l’unica norma universalmente accettata sembra essere quella di non “rullare”, ossia far girare la stecca per più di 360 gradi, facendo ruotare i giocatori a forte velocità e producendo tiri poco “puliti”.