Il salario mediano nell’economia privata ha superato per la prima volta i 6.000 franchi
Negli ultimi dieci anni i salari svizzeri sono cresciuti, ma si è aperta la forbice tra i salari più bassi e quelli più alti, mentre continua a persistere la diseguaglianza tra uomo e donna. Sono questi i tre centrali risultati della rivelazione svizzera dei salari tra il 2002 e il 2012, presentati dall’Ufficio federale di statistica (UST) la scorsa settimana. A essi è da attribuire un valore particolare in vista della votazione sull’introduzione di un salario minimo legale che si terrà il 18 maggio. A meno di due settimane dal voto l’inchiesta è una boccata d’ossigeno per i promotori, sindacati e rappresentanti della sinistra, che i sondaggi danno perdenti.
La statistica mostra a prima vista un’evoluzione positiva dei salari. L’UST indica che il salario mediano per tutti i settori è aumentato del 13.4% (nominale) nel periodo preso in considerazione e raggiunge i 6.118 franchi lordi. Dal 2010 la progressione è stata del 3.2%. L’inchiesta rivela anche zone d’ombra: il rialzo non è stato ripartito in modo uguale È aumentato il divario tra i salari bassi e alti. I lavoratori peggio retribuiti (il 10%) guadagnano meno di 3.886 franchi che equivale a un aumento del 9.5%. Una magra consolazione se confrontato con l’opposto 10% dei meglio retribuiti che in busta paga trova 11.512 franchi, pari a un aumento del 22.5% dal 2002. Le cifre sono salari nominali e se si considerano i valori reali, che corrispondono al vero potere d’acquisto, tra i lavoratori della fascia dei salari bassi c’è chi ha subito una riduzione di 286 franchi all’anno, mentre per i meglio retribuiti si è avuto un aumento reale del 7.1% (+ 9.901 franchi all’anno). Una situazione grave, secondo l’Unione sindacale svizzera (USS), che le diminuzioni colpiscano le persone per le quali ogni franco è importante. Probabilmente si tratta di persone impiegate nella parte bassa della scala salariale come la vendita al dettaglio, settori privi di contratti collettivi. L’UST s’impegnerà comunque ad analizzare nel dettaglio la riduzione dei salari più bassi.
La statistica parla invece chiaro sul fenomeno della differenza salariale tra uomini e donne, che va ancora sistematicamente a svantaggio delle donne. La disparità di trattamento è aumentata dal 18.4% al 18.9% tra il 2010 e il 2012, un dato che rispecchia quanto sia lontana la parità salariale sancita dalla Costituzione federale nel 1996. Le differenze salariali tra sessi sono da iscrivere a caratteristiche diverse tra i gruppi, come il livello di istruzione. Questi fattori spiegano solo in parte la differenza e il Consiglio federale intende intervenire in modo incisivo e dovrebbe presentare entro l’estate nuove misure per concretizzare il principio di non discriminazione e garantire la parità tra i sessi.