Crescono le distanze giornaliere percorse dagli svizzeri. Si allungano quelle per il lavoro e diminuiscono quelle per gli svaghi
L’Ufficio federale di statistica (UST) e quello dello sviluppo territoriale (ARE) hanno presentato i dati del censimento “Mobilità e trasporti” 2010. I risultati si basano su 62.868 persone interrogate. Nel 2010 gli svizzeri hanno percorso in media 36.7 km al giorno, ossia 1.5 in più rispetto a 5 anni fa. La somma di tutti i tragitti compiuti da una persona nel corso di un anno è di 20.500 km se si aggiungono i viaggi all’estero (6.500 km). Agli spostamenti si dedicano 92 minuti al giorno. Gli svizzero-tedeschi (38 km) viaggiano di più rispetto ai romandi (34,2), che dal canto loro, lo fanno più degli svizzero-italiani (29,3). Il censimento ha confermato alcune ipotesi. Ad esempio la formula “Più alto il salario, più distanze vengono percorse”. Persone con più di 14.000 franchi di reddito mensile percorrono 2.5 volte più distanze di persone con un reddito inferiore ai 2000 franchi. L’auto è il veicolo dominante (23.8 km), a piedi o in bicicletta vengono percorsi 2.8 km, dati rimasti stabili, mentre 8.6 km vengono percorsi con i trasporti pubblici, dove il numero dei chilometri compiuti in treno è aumentato di quasi il 27 per cento dal 2005 al 2010.
L’incremento demografico ha fatto registrare nonostante ciò un aumento del 5.5 per cento del traffico stradale. Interessante l’inversione di tendenza tra i più giovani, che si spiega con le patenti e gli abbonamenti generali per il treno. Solo il 60 per cento tra i 18 e i 25 anni sono in possesso di una licenza di condurre, al contrario è quasi raddoppiato dal 10.1 al 19.1 per cento il numero dei giovani che hanno un abbonamento generale in tasca. Con quasi 50 chilometri percorsi, i giovani sono quelli che viaggiano di più, indipendentemente dal mezzo usato. Una sorpresa dal censimento si è avuta nel principale motivo delle trasferte: gli svaghi. Con il 40 per cento registra la quota più alta delle distanze percorse, ma è diminuito del 5 per cento in 5 anni. I motivi non sono stati ancora evidenziati dagli uffici, ma si pensa a sinergie con i lunghi percorsi per lavoro: gli svaghi si svolgono sul viaggio di ritorno. I percorsi effettuati per lavoro sono in seconda posizione, i quali hanno fatto aumentare di conseguenza la parte dei pendolari arrivata al 24 per cento. Restano stabili (19 per cento) i percorsi per acquisti, formazione o attività professionali. Le persone interrogate si sono pronunciate anche su aspetti politici riguardanti il traffico. I 2/3 si sono espressi a favore di una politica volta a migliorare le infrastrutture stradali, dei trasporti pubblici e delle piste ciclabili. Sono invece contrari, eccetto le tasse dei tunnel, a un aumento degli oneri di parcheggio nei centri e dei trasporti pubblici.