Nel 2011 in 12.500 hanno ritirato gratuitamente al banco alimentare cibo e bevande
Cresce la povertà in Svizzera. Dal 2007 è raddoppiato il numero di persone bisognose che in Svizzera si sono rivolte a Tavolino magico, dove hanno ritirato gratuitamente cibo, bevande e altri generi di conforto. Il banco alimentare raccoglie alimenti, quasi scaduti e destinati al macero ma ancora commestibili, nei negozi, per distribuirli alle persone con disagi sociali. “Ad avere problemi”, sostiene fra’ Martino Dotta responsabile dell’organizzazione ticinese, “non sono solo giovani ma anziani, famiglie monoparentali, famiglie numerose, e a preoccupare è il loro costante aumento”. Nel 2011, per le 12.500 persone che nei centri della Svizzera di Tavolino magico hanno ricevuto aiuti, sono state distribuite 2.000 tonnellate di viveri tramite 85 filiali, ha indicato l’associazione (Tischlein deck dich) con sede a Winterthur e operante in tutte le regioni del paese. Si tratta di un aiuto in prima persona con scopo sociale ed ecologico. L’associazione conta 1.600 collaboratori volontari. “Senza di loro Tavolino magico non esisterebbe. Fanno tutto il lavoro di distribuzione”, sottolinea la responsabile della comunicazione Caroline Schneider a swissinfo.ch. Su base di precisi criteri, consultori sociali o assistenziali di enti umanitari stabiliscono chi può accedere ai centri. Con un’apposita “Carta acquisti” i beneficiari di Tavolino magico ricevono i generi alimentari e sono soggetti alla verifica costante dei consultori sul loro stato di precarietà. L’esempio di Tavolino magico e di altre organizzazioni sociali radica il concetto che la Svizzera resta un paese di volontari. Il 2011 è stato l’Anno Europeo del Volontariato. Le statistiche pubblicate sul sito ‘http://europa.eu/volunteering/it/home’ confermano la dedizione degli svizzeri per lavori a sostegno di organizzazioni di volontariato. Nel 2010 il 33% circa della popolazione svizzera di età superiore ai 15 anni aveva dedicato in maniera formale o informale parte del suo tempo a queste attività. Nell’Unione Europea la media è del 25 per cento.
Gaetano Scopelliti