Nel 2012 ci sono stati in Italia 130 vittime di automobilisti che hanno provocato un incidente e sono fuggiti
Secondo l’associazione Centauro dell’Asaps (l’associazione dei sostenitori della Polizia stradale) le vittime dei pirati – di coloro che investono un pedone e se ne scappano senza né prestare soccorso, né avvertire l’ambulanza – sono state 130 nel 2012, tre in più rispetto al 2011, cioè +2,4%. I feriti sono stati 1.111 rispetto ai 995 dell’anno precedente. Insomma, gl’incidenti stradali erano diminuiti di molto all’indomani dell’introduzione della patente a punti e man mano sono poi continuati ad aumentare nella misura in cui i controlli si sono fatti più elastici.
Gli autori delle piraterie stradali sono in genere uomini tra i 18 e i 45 anni, ma crescono anche le donne, passate dal 5% nel 2010 al 12% nel 2012. Tanto per completare il quadro delle percentuali, aggiungiamo che i pirati stranieri sono il 24%, che le regioni più colpite sono la Lombardia (con 155 casi), il Veneto (97), il Lazio (84).
Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, si chiede perché un automobilista diventa pirata, e le risposte sono tante, anche le più ovvie: la paura, lo choc, la vergogna, l’uso dell’alcol, l’uso della droga. Va da sé che per paura s’intendono varie cose. C’è la paura del diciottenne appena patentato che più che della polizia ha paura dei genitori; chi, invece, più che dei genitori, pronti sempre a giustificare, hanno paura della Polizia; chi ha paura del carcere. Insomma, la paura è una, le cause sono tante. Tra le tante cause per cui un automobilista scappa, oltre a quelle indicate, c’è anche quella di una punizione tutto sommato leggera. Dice sempre Giordano Biserni: “Per l’omissione di soccorso le pene sono deboli, da tre mesi a tre anni. Questo reato per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe vedere processi veloci e condanne certe”. Tuttavia, i motivi per cui un pirata fugge, sono da annoverare anche le conseguenze dirette della crisi economica. Dice Biserni: “A causa della crisi economica pesante già dal 2010, una delle ragioni che spingono molti conducenti a fuggire può essere la mancanza di assicurazione. C’è gente, insomma, che non paga l’assicurazione, pur essendo obbligatoria. Come è possibile? E’ possibile, se è vero che il 6% della popolazione automobilistica non paga. Lo si deduce dai controlli. In una maxi operazione della Polizia stradale su 3100 veicoli controllati, ben 185 non erano assicurati.
Per accertarlo non basta un controllo superficiale. Cosa fanno, infatti, quelli che non pagano? Semplicemente falsificano il talloncino di controllo. Come? Prendendo quello dell’anno precedente o di altri anni e sostituendo una data con un’altra. Oggi, con le apparecchiature elettroniche è uno scherzo da bambini. Per essere scoperti bisogna che il controllo sia rigoroso, cosa che non avviene nella maggioranza dei casi.
La percentuale del 6% di coloro che non pagano l’assicurazione è stata ricavata dai controlli effettuati, ma non è quella reale. Il fenomeno è più esteso se bisogna dar retta alle stime della Polizia stradale, secondo cui in Italia ci sarebbero quattro milioni di autoveicoli (auto e moto) senza assicurazione. Vengono anche trovate auto senza assicurazione o con talloncini falsificati, quindi auto rubate, con nomi e tipo di assicurazione contraffatti al punto che non è più possibile risalire al vecchio proprietario. Dietro le falsificazioni ci sono le organizzazioni criminali e più aumentano le falsificazioni, più aumentano i casi di pirateria. E il cerchio si chiude, perché i casi di falsificazioni sono pari a quelli del livello di criminalità, con i rischi che tutti comprendono: vittime uccise, feriti, invalidi, sofferenze.