Nell’esplosione sono morte le due persone a bordo della vettura
Ancora nessuna rivendicazione per l’esplosione dell’autobomba nella capitale libica, vicino all’ambasciata italiana. Due sono le vittime e sarebbero le persone a bordo dall’autovettura. Ci sarebbero inoltre danni a edifici e veicoli nella zona circostante.
L’autobomba è esplosa nel cuore di Tripoli vicino all’ambasciata d’Italia nel quartiere di Dahra sul lungomare, riaperta da pochi giorni. L’ambasciata italiana è la prima tra quelle occidentali ad aver riaperto in Libia dopo la chiusura avvenuta a febbraio 2015, quando l’insicurezza e il rischio causato dagli scontri tra milizie rivali a Tripoli suggerirono l’abbandono. La riapertura della sede era avvenuta solo tre giorni prima dell’esplosione. L’ambasciatore Giuseppe Perrone, primo diplomatico occidentale a tonare nella capitale libica e tutto lo staff stanno bene e neanche l’ambasciata ha riportato danni.
Le forze di sicurezza libiche stanno indagando per accertare se l’autobomba era diretta a colpire proprio l’ambasciata italiana. L’auto infatti è esplosa tra l’ambasciata italiana e quella egiziana vicino al Lybia Palace Hotel.
Una fonte della sicurezza libica ha spiegato che un uomo “ha tentato di parcheggiare” la sua auto carica di esplosivo “proprio nei pressi dell’ambasciata italiana”, ma è stato sorpreso dal personale della sicurezza, che lo ha messo in fuga. Così si è fermato in mezzo alla strada, facendosi esplodere di fronte al Ministero della Pianificazione, a circa 400 metri di distanza.
La Mezzaluna Rossa poi ha recuperato due corpi dall’auto esplosa, e al momento non ci sono informazioni su altre vittime. La Farnesina ha confermato che “il dispositivo di sicurezza locale messo a protezione della cancelleria diplomatica ha funzionato perfettamente”. E dopo l’incidente, le autorità libiche “hanno immediatamente e visibilmente rafforzato la sicurezza attorno alla nostra Ambasciata e alla Residenza dell’Ambasciatore Perrone”. Secondo Libya Observe l’aver tentato di colpire la legazione italiana a tre giorni dalla sua riapertura, e dopo la visita del ministro dell’Interno, Marco Minniti a Tripoli, è un forte messaggio inviato al governo di Roma affinché riconsideri la sua scelta di sostenere il governo di unità nazionale, nato sotto egida Onu, del premier Fayez al Serraj.
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foto: Ansa