In Italia questa settimana è atteso il Disability Pride. Se pur molto recente, l’ evento vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della disabilità che in Italia si presenta in un numero davvero notevole: pare che un italiano su sei sia colpito da una qualche disabilità.
La vita dei disabili e per i parenti di questi non è semplice, ogni giorno è una sfida continua contro le barriere architettoniche e culturali che impediscono loro di vivere in autonomia. È questo che il Disability Pride si appresta a denunciare il prossimo 15 luglio, quando per le vie del centro storico di Roma si snoderà il corteo.
“Ogni cittadino con esperienza di disabilità motoria, temporanea o permanente, conosce la frustrante condizione di muoversi quotidianamente tra marciapiedi sconnessi e assenza di percorsi accessibili”, ha ricordato l’avvocato Dario Dongo, membro del comitato direttivo di Disability Pride Onlus. E tutto questo perché l’Italia, ricorda Bruno Galvani, presidente Fondazione Anmil Onlus, “è tra gli ultimi in Europa per risorse e servizi investiti a favore delle persone disabili. Si spendono 438 euro pro-capite annui, meno della media europea (531), lontanissimi dal Regno Unito (754)”. E le cose non sembrano dirette verso un miglioramento perché nell’attuale contratto di governo M5s e Lega, alla voce “Disabilità” alcune questioni fondamentali restano fuori.
La nota assolutamente positiva è la creazione di un Ministero per le disabilità, almeno negli intenti, perché nella messa in pratica c’è qualche perplessità. Secondo due delle principali associazioni, ‘Fish’ e ‘Fand’, molti temi fondamentali sono ripresi, per lo più dalle proposte precedenti, senza però proporre soluzioni concrete né approfondimenti o spiegazioni su come si intende agire sulle questioni.
Così, anche se, come fa notare Franco Bettoni, presidente della ‘Fand’, “il ministero è un importante segnale di attenzione”, dall’altro canto, Vincenzo Falabella, presidente nazionale della ‘Fish’, afferma che “manca l’aumento di pensioni e indennità accompagnamento e il riferimento al Programma d’azione. Si tace sul ‘Dopo di noi’”.
Infine aleggia l’ombra della ghettizzazione. “Siamo contrari al ministero della Disabilità perché ghettizza la categoria. E annulla in un sol colpo 80 anni di lotte per l’inclusione” spiega senza mezzi termini Andrea Silvestrini, vicepresidente nazionale dell’Aniep, storica associazione per la difesa dei diritti dei disabili.
Ben venga, dunque, l’iniziativa della marcia per i disabili come invito simbolico e non solo ad andare avanti e non indietro!