Aereo in volo da Baku a Grozny precipita in Kazakistan. 29 passeggeri miracolosamente vivi!
L’evento disastroso che ha segnato il giorno di natale riguarda il volo J2-8243 dell’Azerbaigian Airlines, precipitato in Kazakistan. L’aereo, un Embraer 190, era in volo lungo la rotta tra Baku, la capitale dell’Azerbaigian, e Grozny, la capitale della Repubblica russa della Cecenia. Secondo la ricostruzione ufficiale delle autorità kazake, lo schianto sarebbe avvenuto subito dopo che i piloti hanno comunicato al centro di controllo di Rostov un guasto ai sistemi di controllo e lo scoppio di una bombola d’ossigeno a bordo. Ma subito dopo il disastro si è ipotizzata la tesi che il J2-8243 sia stato abbattuto per errore dalle forze russe. Ipotesi che prende sempre più piede e che potrebbe essere confermata o negata attraverso le due scatole nere trovate tra i resti dell’aereo.
Le due ipotesi del disastro aereo
Emergenza a bordo o abbattimento? Una prima versione, circolata nelle ore immediatamente successive al disastro, riguarda l’idea che l’aereo abbia subito un grave incidente a bordo durante il volo. I piloti, infatti avrebbero comunicato un guasto ai sistemi di controllo con lo scoppio di una bombola d’ossigeno nella cabina passeggeri dove in molti stavano già perdendo conoscenza. La vicenda dell’incidente a bordo è stata spiegata dal ministro dei Trasporti kazako Marat Karabayev, secondo il quale, viste le condizioni a bordo, avrebbero deciso “di dirigersi verso l’aeroporto di Ataku mentre era in rotta tra Baku e Grozny” dove è stata chiesto l’intervento dell’”unità di rianimazione” allo scalo di arrivo, dove i sistemi di emergenza erano stati effettivamente attivati. Purtroppo però
“i sistemi di controllo dell’aereo sono saltati prima di entrare nello spazio aereo del Kazakistan, l’equipaggio non è stato in grado di mantenere una rotta stabile e l’altitudine”, ha detto ancora Karabayev. All’aeroporto di Ataku l’Embraer non è mai arrivato. Secondo il servizio Flightradar24, che traccia i movimenti degli aerei in tempo reale, l’aereo ha attraversato il Mar Caspio, deviando dalla sua rotta normale, prima di sorvolare la zona in cui si è schiantato. Questo tracciamento supporterebbe la teoria dell’incidente a bordo.
Presto monta però l’ipotesi dell’abbattimento per errore da parte di forze russe. Attraverso una prima analisi l’aereo è emerso che sarebbe stato colpito dalla contraerea russa, probabilmente da un Panshir-S, un sofisticato sistema di difesa aerea mobile dotato di due micidiali mitragliere da 30 millimetri e vari tipi di missili intercettori, utili cioè nell’intercettare i droni. Questa analisi preliminare troverebbe conferma da responsabili americani, diverse fonti e anche da vari media internazionali, che indicano la possibilità che il J2-8243 sia finito nelle maglie di difesa elettronica mentre si avvicinava a Grozny, tanto da essere scomparso per diversi minuti dai sistemi di rilevamento Gps. L’ipotesi dell’incidente viene avvalorata dal fatto che nei momenti precedenti allo schianto era stato annunciato l’abbattimento di numerosi droni ucraini nella regione, mentre i fori sulla carlinga dell’aereo sarebbero imputabili ai proiettili del Panshir o perfino ai frammenti letali causati dall’esplosione di un missile a poca distanza dall’Embraer.
Mosca rifiuta le accuse
“Sarebbe sbagliato fare ipotesi sulle cause del disastro aereo in Kazakistan finché le indagini non saranno concluse. Noi non lo faremo e nessun altro dovrebbe farlo”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, invitando tutti a non speculare sull’accaduto. La Nato, però, per bocca della portavoce Farah Dakhlallah, ha chiesto un’indagine completa, mentre Mosca ha invitato a non fare speculazioni. “Nessuno vuole dire che l’aereo sia stato colpito di proposito”, ha detto una fonte di Baku alla Reuters, “ma ci aspettiamo che i russi confermino l’accaduto”.
In una conversazione telefonica, Putin ha espresso le condoglianze al suo omologo azero per lo schianto aereo. Lo ha riferito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha specificato che “Putin lo ha già chiamato, offrendogli le condoglianze per lo schianto dell’aereo. Nel complesso, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze a coloro che hanno perso i loro cari in questo disastro aereo”.
Sul luogo dello schianto, una spiaggia sulla riva destra del Mar Caspio a qualche chilometro dall’aeroporto, sono state trovate due scatole nere che saranno analizzate da un team dell’Embraer. Sull’incidente stanno indagando sia le autorità dell’Azerbaijan sia quelle del Kazakistan. Nel frattempo la Azerbaijan Airlines ha sospeso tutti i voli in programma tra Baku e Grozny, nonché quelli tra Baku e Makhachkala, nel nord del Caucaso.
Passeggeri miracolosamente vivi
Il volo trasportava 67 persone tra passeggeri ed equipaggio, “secondo le prime informazioni, a bordo dell’aereo c’erano 37 cittadini azeri, sei cittadini kazaki, tre cittadini kirghisi e 16 cittadini russi”, ha riferito il ministero dei trasporti kazako. Tra questi 38 sono morti nello schianto, mentre altre 29 persone, tra cui 3 bambini, sono riuscite a salvarsi. Dalle immagini, i sopravvissuti escono increduli, feriti e terrorizzati, ma vivi e subito ricoverati per le cure. Diverse immagini di video pubblicati dai media russi, mostrano l’aereo che precipita in picchiata per colpire il suolo e l’immediata esplosione di un gigantesco incendio. Altre immagini mostrano l’aereo a terra, parzialmente carbonizzato, con la parte anteriore completamente distrutta. La salvezza dei sopravvissuti è dovuta al fatto che la parte posteriore del velivolo si è staccata dal resto della carlinga prima che prendesse fuoco.
Redazione La Pagina