Il Museo d’arte della Svizzera italiana presso il centro culturale Lugano Arte & Cultura per il periodo estivo propone la rassegna “Dal documento alla fotografia monumentale” dedicata alle opere del fotografo bernese Balthasar Burkhard (1944-2010). Maestro del bianco e nero e delle produzioni di grande superficie, l’arte espressiva di Burkhard è chiaramente figlia del suo tempo. In particolare: degli strumenti fotografici e delle tematiche sociali degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. Il suo percorso artistico è ben documentato: si parte dalle immagini giovanili, ispirate alle attività di reportage e documentaristiche tipiche degli anni Sessanta. Ma si passa subito ai lavori del Burkhard fotografo di scena e collaboratore di fiducia di Harald Szeemann, figura di spicco del mondo artistico internazionale del secondo dopoguerra e, fra l’altro, nel 1999 e nel 2001 direttore della piu’ nota rassegna artistica italiana a livello internazionale: la Biennale di Venezia. Ma le collaborazioni e le frequentazioni di prestigio non sono che una parte del talento artistico di Burkhard. Con la rivoluzione culturale del Sessantotto inizia il periodo dei poster, dei manifesti, della trasgressione delle regole e degli spazi visivi. Ecco dunque che Burkhard inizia a sperimentare fotografie di grandi dimensioni. Riprodotte non su carta. Ma su tela: come fossero quadri. Con questa tecnica i soggetti non sono piu’ definiti dal naturale contrasto tra luci ed ombre tipica delle immagini in bianco e nero. Al contrario: proposti su tele, che di proposito non sono tese, i ritratti sembrano galleggiare in modo tri-dimensionale. Un esempio fra tutti: “Il letto”, fotografia che nel 1969/70 Burkhard ed il collega Markus Raets espongono su una tela grande una intera parete, come fosse il fondale di un’opera teatrale. Talento polivalente, Burkhard si trasferisce negli Stati Uniti dove insegnerà fotografia. Tenterà anche la carriera di attore: ma il suo destino prevede altro. Torna in Europa e si specializza nella fotografia “monumentale”. Corpi, visi, paesaggi urbani e naturali. La sua arte è accolta da musei prestigiosi: la Kunsthalle di Basilea, il Musée Rath di Ginevra, sedi predilette per esposizioni di arte contemporanea. Lavora per lo studio di architettura Herzog & de Meuron, per i quali realizza anche una serie fotografica sulla fabbrica della Ricola che verrà esposta nel 1991 alla Biennale di Architettura di Venezia. Le sue produzioni dell’ultimo periodo lo trovano in giro per il mondo. Dalla fine degli anni Novanta Burkhard visiterà Cuba, Giappone, USA, Brasile, Sud Africa, riprendendo le grandi metropoli internazionali dall’alto, con una prospettiva aerea. Per moltiplicare il desiderio di spazio delle sue immagini, e continuando a sperimentare quelle sue tecniche di ripresa sempre nuove ma sempre “monumentali”, che oggi gli consegnano un posto di primo piano fra i grandi ritrattisti della fotografia internazionale.
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