Durante una malattia, sconfiggere i batteri è una battaglia di cui è bene saper usare le armi
I batteri possono sviluppare una resistenza in seguito alla cura con gli antibiotici quindi è basilare conoscerne i meccanismi di somministrazione corretta per evitare di annullarne gli effetti curativi.
Se gli antibiotici si possono comprare solo su prescrizione medica, una motivazione c’è: è fondamentale conoscere le cause principali delle malattie per iniziare l’uso di queste medicine; non hanno, infatti, alcun effetto su infezioni provocate da virus come il raffreddore o da funghi come nelle micosi oppure da parassiti come la malaria. L’autoanalisi è pericolosa perché non è detto che la febbre, quella stagionale per esempio, sia provocata da batteri eliminabili dagli antibiotici che abbiamo già consumato magari nella stagione precedente. Alcune cistiti o otiti possono essere debellate dalle difese naturali che produce il nostro corpo mentre per le bronchiti, gli antibiotici vengono usati solo in un problema di cronicità. Gli antibiotici devono essere somministrati contro infezioni o infiammazioni batteriche che rischiano di sviluppare complicazioni, posticiperebbero di troppo tempo la guarigione o porterebbero al contagio di altre persone. Al bando quindi l’uso di tali medicine senza prima una consultazione professionale; il medico consiglierà in base alle analisi diagnostiche di laboratorio oppure in base alla sua esperienza e alla diffusione nel territorio (per esempio con ceppi influenzali particolarmente forti), a titolo preventivo come nel caso di un’operazione chirurgica oppure nel caso di stretto contatto con persone già colpite da virus (è il caso della meningite da meningococco).
Esistono diversi tipi di infezioni provocate dai batteri e, di conseguenza, diverse classi di antibiotici che agiscono bloccandone la crescita e proliferazione.
Quando si assumono le medicine bisogna tenere presente che non tutti i batteri provocano malattie; i batteri della flora intestinale sono utili per il nostro equilibrio fisico e possono essere diminuiti dall’assunzione di antibiotici che non sanno distinguere i “buoni” dai “cattivi” creando scompensi. L’impatto a lungo termine del consumo di antibiotici non ha molte statistiche ma si sa che dopo l’assunzione, la flora batterica è fortemente in calo ed è necessario diverso tempo per ritornare ad essere equilibrata.
Gli antibiotici possono produrre degli effetti secondari al sistema digestivo, alla pelle o al mal funzionamento dei reni variando di intensità a seconda delle condizioni di salute del paziente, di assunzione di alcol o di altri medicinali contemporaneamente. L’Ufficio federale della sanità pubblica svizzera conferma che uno studio condotto negli ospedali pediatrici in USA ha dimostrato che il 20% delle consultazioni al pronto soccorso è dovuto ad effetti secondari dell’uso di antibiotici.
La resistenza a queste medicine è un fenomeno biologico naturale ma la velocità di sviluppo e di diffusione di resistenze antibatteriche è dato dall’utilizzo inappropriato dei medicamenti. I ricercatori svizzeri di anresis.ch si sono stabiliti il compito di monitorare costantemente, nel loro laboratorio, le nuove forme di resistenza agli antibiotici nell’ottica di migliorare anche la diagnostica e prevenzione delle malattie stesse.
Ricordatevi quindi, di attenervi sempre alla prescrizione del medico, non trascurando nessuna assunzione ed evitando di smaltire nei rifiuti domestici le confezioni per evitare la dispersione nell’ambiente!