La Camera dei deputati in Belgio dice “sì” all’eutanasia sui minorenni
Il Parlamento del Belgio ha approvato a larga maggioranza la legge che estende l’eutanasia per i minorenni malati terminali. Il provvedimento era stato già approvato al Senato lo scorso mese di dicembre. La legge è passata con 86 voti a favore, 44 contrari e 12 astensioni. Il testo aveva il sostegno di socialisti, liberali, ecologisti e del partito di centrodestra Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA), ma alcuni deputati hanno votato diversamente dal loro gruppo. Secondo quanto riferisce il quotidiano online Le Soir, al momento dell’approvazione, un uomo che era seduto sui banchi del pubblico ha gridato ”Assassini!”, ed è stato immediatamente espulso dall’aula.
È una prassi già conosciuta in Olanda ed è sempre meno un tabù in, per questo la Camera dei Deputati ha votato sull’eutanasia di minorenni. È la situazione più terribile che si possa immaginare per due neo-genitori: il neonato malato e la notizia che non potrà sopravvivere. Nell’aprile del 2002 il Parlamento olandese fu il primo al mondo a varare una legge che autorizzata l´eutanasia per i malati incurabili dai 12 anni in su in caso di sofferenze intollerabili.
A partire da quell’anno la legge è stata estesa, è entrata in vigore anche la legge dell’eutanasia infantile, ovvero di età inferiore ai dodici anni. In Belgio si è discusso molto sul fatto se è giusto redimere il bambino dei suoi dolori, ed è il secondo paese al mondo nel quale questo viene introdotto per legge. Sono due i punti principali su cui i partiti pro e contro hanno discusso: la legge non prevede un limite all’età in basso e nemmeno il genere dell’eutanasia. Significa che teoricamente anche alunni di scuola primaria potrebbero ricevere un’iniezione velenosa se i genitori e i medici lo consentono. Come già in Olanda servirà l’autorizzazione di entrambi i genitori, in generale, per adulti e bambini, le proposte presentate chiedono che nessun ospedale possa invocare in blocco la clausola di coscienza, mentre i medici potranno farlo individualmente ma dovranno comunicarlo entro 7 giorni dalla richiesta del paziente, e trasmettere il dossier a un altro collega entro 4.
“Tutti i bambini e i ragazzi, dai 0 ai 18 anni vengono considerati una stessa categoria” ha espressamente detto la deputata Marie-Christine Marghem, contraria alla proposta di legge, al giornale “La libre Belgique”. Un bambino malato mortalmente ovviamente non vuole più soffrire, ammette la deputata, però: “Non è la stessa cosa come voler morire”. Marghem teme “complicazioni psicologiche enormi” per i giovani pazienti che dovranno decidere sulle loro vite. Le opinioni dei medici sono vari, in autunno 16 pediatri hanno pubblicato un appello per la legalizzazione, i giovani malati “a volte sono più capaci di decidere sulla loro vita che adulti sani”, questa una parte della pubblicazione. Ma pochi giorni fa altri pediatri hanno risposto “non esiste il minimo metodo obiettivo” per constatare la capacità d’intendere, hanno scritto in una lettera aperta. Anche la Chiesa ha argomentato similmente. “Si valutano gli adolescenti giuridicamente non adatti di prendere decisioni economiche”, dice il capo dei vescovi belgi, André-Joseph Léonard, la settimana scorsa nella Chiesa Koekelberg, “e tutto ad un tratto sarebbero capaci di decidere se fargli morire o no.”
“A volte un bambino soffre, e noi non siamo in grado di alleviare la sua sofferenza. Si tratta certo di un’eccezione rarissima, ma a volte arriviamo alla conclusione che la morte sarebbe più umana, rispetto al mantenimento di una vita piena di sofferenza. Pertanto riteniamo che dovrebbe esserci una tale possibilità”. Tuttavia, il professor Sauer fa notare che si tratta di un tema molto delicato. Il professore si è consultato con le controparti belghe del dibattito in corso in Parlamento, e ha espresso il parere che ogni singolo caso debba essere esaminato da una commissione speciale che dovrebbe includere un medico, esperto di etica e un avvocato.
Nel 2012 il Belgio ha registrato il record di casi di eutanasia da quando la legge è in vigore: 1.432, in aumento del 25% rispetto al 2011, pari a circa il 2% dei decessi totali.