Il primo pensiero è stato per chi vive “in condizioni di precarietà”, per la “mancanza di lavoro” o per il “senso di smarrimento dovuto al sisma del 6 aprile 2009”.
Poi, dalla crisi all’invito alla sobrietà e alla condivisione il passo è stato breve. Benedetto XVI è stato in visita pastorale a Sulmona, la sua terza volta in Abruzzo, per gli 800 anni dalla nascita di Celestino V, monaco ed eremita, Papa per cinque mesi prima di rinunciare, tra i pochi nella storia, al suo ruolo. Il Papa è arrivato a Sulmona – in una giornata che già si preannunciava torrida – poco prima delle 9:30, dopo aver sorvolato in elicottero il Monte Morrone e l’eremo di Sant’Onofrio, dove il santo passò parte della sua vita.
Accolto da Gianni Letta, ha raggiunto in papamobile la piazza di Sulmona, dove ha celebrato la Santa Messa.
Ma prima che cominciasse, il vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina, e il sindaco Fabio Federico hanno lanciato l’allarme per una situazione economica da tempo non facile, e che il sisma non ha fatto che aggravare e tradurre in un senso di “smarrimento”.
“È compito di ogni uomo politico – ha sottolineato il sindaco – e di ogni uomo di buona volontà, garantire il lavoro che non è solo la fonte del sostentamento ma fonte della dignità umana”.
“Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni”, ha detto il Papa al popolo di Sulmona, assicurando “vicinanza” e “ricordo nella preghiera (…) a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà a causa della mancanza di lavoro e dell’incertezza per il futuro”.
Tempi difficili, questi, come pure quelli di Celestino V, di cui papa Ratzinger ha sottolineato gli insegnamenti: “Nel silenzio interiore, nella percezione della presenza del Signore, Pietro del Morrone aveva maturato – ha osservato – un’esperienza viva della bellezza del creato, opera delle mani di Dio, egli ne sapeva cogliere il senso profondo, ne rispettava i segni e i ritmi, ne faceva uso per ciò che è essenziale alla vita”.
Un esempio soprattutto per i sacerdoti che – ha detto il pontefice – devono provvedere all’“annuncio chiaro e coraggioso del messaggio evangelico”, “anche nei momenti di persecuzione”, praticare e insegnare la consapevolezza del peccato e la capacità del perdono, staccarsi dalle preoccupazioni terrene quali “il denaro e il vestito”, inteso come pura formalità.
Circa diecimila le persone in piazza nonostante un sole cocente, che ha provocato vari svenimenti, tra cui quello di dieci sacerdoti.
Il Papa, grazie anche alla copertura e ad alcuni ventilatori collocati alle sue spalle, ha celebrato la messa senza esitazioni, incurante anche di un tentativo di incursione da parte di un uomo che ha tentato di salire sul palco.
All’Angelus un nuovo invito ad apprezzare “uno stile di vita sobrio nonostante l’epoca presente offra “maggiori comodità e possibilità” rispetto al medioevo in cui è vissuto Celestino V.
Alla fine, sorridente e niente affatto affaticato, è salito sulla papamobile per un bagno di folla nel breve tratto che congiunge la piazza al palazzo della Curia. Lì ha inaugurato una struttura per sacerdoti anziani.