Accompagnato dal capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e dal capo di gabinetto del ministero dei Beni Culturali Salvo Nastasi, Benigni ha visitato i resti del paese martoriato dal terremoto.
“Essere qui con voi è per me un grande regalo. Siete un esempio per tutto il mondo! Noi non vi dimentichiamo: se le promesse non vengono mantenute, urlate e chiedete, non vi zittite mai!”, è stato il messaggio di impegno e di speranza portato dal regista e attore alla gente di Onna, il paese simbolo del terremoto che ha colpito l’Abruzzo il 6 aprile scorso.
Il comico toscano è stato accolto con grandi dimostrazioni di affetto dalla gente delle tendopoli: “Dovrei pagare io voi per la soddisfazione di essere qui”, ha affermato rivolto alla gente che lo acclamava; “Ieri è venuto Berlusconi, ma non mi hanno avvertito – ha scherzato Benigni – se venivo anch’io, c’era un altro terremoto, si verificavano delle scosse veramente… avremmo fatto Verdone, Berlusconi e Benigni: i tre più grandi comici italiani a L’Aquila”. Ad accogliere Benigni ad Onna, Giustino Parisse, il vice caporedattore del Centro che nel terremoto ha perso due figli e il padre.
Con Parisse, Benigni ha fatto una breve sosta davanti all’“albero della memoria”, l’acero sotto il quale sono stati depositati i corpi delle quaranta vittime di Onna.
Visibilmente provato, l’attore è poi arrivato nella tendopoli, dove ha trovato la forza di scherzare: “Sono qui, con Nastasi e Bertolaso, che ci proteggono dalle calamità. Ci devono proteggere anche dallo straripamento di Berlusconi. Bertolaso, proteggici! Berlusconi sta straripando, è in piena”.
Poi più serio, rivolto ai terremotati, ha detto: “I comici devono far ridere, i politici devono fare i fatti. A loro i fatti e a noi le parole, ma talvolta una parola aiuta più di mille cose vere”.
E ancora: “Dante insegna che per andare in paradiso è necessario passare dall’inferno. Voi avete vissuto l’inferno. Grazie per la gioia che mi avete dato e per la possibilità di passare attraverso questa morsa di dolore. La scoperta più grande della vita è capire che il dolore può essere trasformato in gioia: dobbiamo riuscire a portare il dolore sulle spalle con gioia”.
Benigni è giunto in Abruzzo, a Paganica, con la sua auto privata. Dopo il pranzo nella tendopoli e un breve giro nel centro storico de L’Aquila, è giunto in Pulmino ad Onna, per poi recarsi nella scuola della Guardia di Finanza di Coppito dove ha incontrato altri sfollati prima della proiezione di alcuni suoi film nell’ambito della rassegna Campi sonori.
Ha pranzato nella tendopoli di Paganica, dove la protezione civile di Trento aveva allestito la mensa: il premio Oscar si è improvvisato cuoco e ha anche provato a servire lo spezzatino.
A chiudere la giornata abruzzese di Benigni lo show nell’auditorium della Scuola della Guardia di Finanza a Coppito.
Accolto da più di mille persone, il premio Oscar è entrato in sala saltellando sulle poltrone della prima fila e lanciando fiori sul pubblico.
“Mi verrebbe voglia di saltarvi addosso, di prendere il primo che mi capita e baciarlo sulla bocca. Anche le pietre di questa città bacerei”.
Poi l’immancabile battuta sul premier Berlusconi: “È come l’Italia: giusto o no che sia, è il mio Paese. Sbagliato o non sbagliato che sia, è il mio Presidente. Ma non vi preoccupate, perché manterrà le promesse: io e Bertolaso siamo andati a trovarlo, vestiti di nero e con poco trucco, come piace a lui, e glielo abbiamo raccomandato”.
Per chiudere, Benigni ha recitato il monologo di Ulisse dal canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia: “Spero di tornare quando la ricostruzione sarà avvenuta, per gioire con voi e andare tutti insieme a riveder le stelle”, ha concluso l’attore, citando l’ultimo verso del Purgatorio di Dante, quello che prelude al Paradiso.
(fonte ansa)