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23 November 2024
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Cronache di vita, società e cultura

BENVENUTA PRIMAVERA

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Era un vecchio. Uno di quelli che di solito siedono in disparte nelle trattorie. Curvo, nella penombra, in fondo alla sala. Dove le voci ed il fumo non arrivano. Signore del tutto e del nulla. Perso in un bicchiere di vino che non finisce mai, per giornate intere. Figlio di un passato che diventa quotidiano solo nei suoi ricordi. Uno di quelli che stanno per conto loro e non vogliono essere disturbati. E che proprio per questo nessuno molesta. Di età indefinita, come i ricordi della sua esistenza. La sua compagna era contenta di non averlo in giro per casa. Ma, senza saperlo, anche lei aveva finito per assomigliargli. Il destino li aveva portati a condividere i loro pensieri. Ed a loro andava bene così. Mentre lui era fuori, lei passava le giornate a riordinare casa. Spazzava una polvere che non c’era. Lavava le tende. Puliva i vetri guardandovi, attraverso, il cielo: come le avevano insegnato sin da bambina. Custodiva il marmo della cucina, dedicandogli infinite attenzioni, curandolo con i migliori prodotti. Augurando anche a quella lastra di pietra, come a tutto il resto della casa, che il tempo della vita rimanesse immobile, per condividerlo insieme. Come il suo compagno, viveva del passato. Quella era la loro stagione: le giornate corte, piovose e fredde portavano conforto ai loro sogni. In trattoria, qualcuno toccò la spalla del vecchio. Lui si girò quel tanto da mostrare cosa aveva sul tavolo e stava leggendo. Era un album di ricordi, di quelli che scaldano il cuore quando non hai voglia di uscire. Lei fu gentile. Gli sorrise: per addolcire lo sguardo del vecchio, spaventato e sorpreso che fosse già arrivata la sua ora. Si fissarono senza parole. Lei, la giovane che lo aveva destato dai ricordi, con un gesto gli stava mostrando l’uscita e lo invitava a tornare dalla sua compagna di vita, al loro mondo. Il vecchio, che era l’inverno, comprese e la guardò rassegnato mentre si avviava alla porta. Lei, la giovane primavera, gli appariva ingenua e felice del tempo che aveva davanti. Giornate luminose, la brezza lieve ed odorosa delle piante in fiore, dei verdi prati che si perdevano in un cielo sempre più azzurro di beneauguranti tramonti e di albe festose. Era evidente che lei gioiva al pensiero della estate spensierata che la attendeva. Questo a lui non interessava. Si mise sottobraccio il libro dei ricordi, pieno di fogli e polvere del tempo. Prima di uscire e tornare a casa si voltò a guardarla ancora una volta. Un giorno anche lei avrebbe imparato che, come nel tempo della vita, anche il passare delle stagioni lascia dei ricordi. Allora lui sarebbe tornato. Per restare e prendersi la rivincita. Uscì dal locale e si guardò intorno. Mentre cercava le parole per salutarla, il suo viso si illuminò di un sorriso amaro. Guardandola, comprese che era arrivato il momento di augurarlo, a quella giovane: benvenuta primavera.

NL TOMEI

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