Si fa più intensa la partita attorno al Quirinale, l’imminenza dell’addio di Giorgio Napolitano fa salire la tensione sulla partita delle partite: la successione al Colle. Un nodo sul quale Matteo Renzi aveva gelato Silvio Berlusconi. Per il premier il candidato al Quirinale non rientra nel patto del Nazareno e quando sarà il momento bisognerà confrontarsi con tutti, compreso il M5S. Parole che hanno fatto scattare l’allarme rosso nel quartier generale di Palazzo Grazioli. Tanto che Berlusconi ha affidato la sua replica a un’intervista all’Huffington post.
Da Renzi l’ex Cavaliere si aspetta “un percorso di condivisione che consenta al Paese di avere un capo dello Stato che non sia espressione solo della sinistra, come è stato con gli ultimi presidenti, ma sia una figura di garanzia per tutti gli italiani”. E sia chiaro, il percorso per il Colle non potrà essere disgiunto da quello delle riforme. Un nome condiviso per il leader di Fi è un obiettivo al quale, dice, “sono convinto che arriveremo” nel quadro di quella collaborazione istituzionale, che è diversa dalla convergenza politica, che si è avviata con il Pd sulle riforme. È evidente che i due temi, poiché fanno entrambi parte delle regole e delle garanzie, non possono che andare di pari passo”.
Dentro Forza Italia, tuttavia, si preme per una precisa scansione temporale: “Il calendario – si legge nel ‘Mattinale’ azzurro della Camera – deve essere definito con rigore: prima il Quirinale, poi le riforme istituzionali. Non ci sono alternative alla soluzione di buon senso suggerita da Berlusconi. La prima, vera occasione importante per conseguire un risultato concreto nel processo di pacificazione avviato il 18 gennaio scorso a Largo del Nazareno”.
Berlusconi sfida Renzi sulle tasse
Silvio Berlusconi vuol tener alta la guardia sul fronte economico. In questi giorni il Cav, raccontano, sta lavorando all’ipotesi di una flat tax con un’aliquota unica per tutti al 20% da utilizzare come arma elettorale in vista della prossima tornata delle regionali e per pungolare il governo Renzi.
La flat tax, in italiano tassa piatta, è un sistema fiscale con un’aliquota unica, di solito piuttosto bassa, che dai primi anni Novanta è stata applicata alla maggior parte dei Paesi usciti dal blocco sovietico e fu ideata per la prima volta nel 1956 dall’economista statunitense Milton Friedman.
La Spagna l’ha introdotta nel settore del lavoro e se ne discute in Gran Bretagna, fra i conservatori di David Cameron. In Italia la flat tax, lanciata in questi giorni dal Cav, è stata resa nota dall’economista azzurro Antonio Martino, allievo di Friedman.
Fonte: Adnkronos