Forza Italia chiede una commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle “lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”
“Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da Magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”. Con queste parole affidate ai social, Berlusconi ha festeggiato la fine dell’iter giudiziario che lo ha visto protagonista del processo conosciuto come Ruby ter.
In poco più di due ore di camera di consiglio, i giudici della settima sezione penale del tribunale di Milano sono giunti alla sentenza conclusiva con l’assoluzione di Silvio Berlusconi dall’accusa di corruzione in atti giudiziari per la quale la procura di Milano aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere.
Assolta anche Karima El Mahroug, la marocchina finta nipote del presidente egiziano Mubarak, 17enne all’epoca dei fatti e ora trentenne, accusata di corruzione e falsa testimonianza, così come le 20 ragazze ospiti delle cene eleganti di Arcore e la cerchia di personalità che frequentavano villa San Martino. Tutti assolti e prosciolti anche tre posizioni minori per prescrizione.
“Ruby è stata tutta un’invenzione il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo. Ho bisogno di tempo per assimilare, ma sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori”. È la dichiarazione di Karima El Mahroug, all’epoca “Ruby Rubacuori”, dopo la lettura della sentenza. “Sono contentissima. È stata una liberazione – ha aggiunto la donna – che mi ha travolto” quando “avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco”.
Le ragazze imputate, dette “Olgettine”, durante i processi furono sentite come testimoni sul caso Ruby, ma in realtà erano indagate e sentite in quelle vesti, così la sentenza spiega in proposito che “La falsa testimonianza può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone” quindi la corruzione in atti giudiziari “sussiste solo quando il soggetto corrotto è un pubblico ufficiale”, e le ragazze chiamate a rendere dichiarazioni nei processi “andavano correttamente qualificate come indagate di reato connesso e non testimoni”. Allo stesso modo “non è configurabile il reato di corruzione in atti giudiziari” poiché manca “la qualità di pubblico ufficiale in capo al ‘corrotto’”, si legge in una nota del tribunale.
Messaggi di solidarietà e di felicitazioni arrivano da diverse personalità politiche e perfino dalla Presidente del Consiglio Meloni per la quale “L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al Presidente Berlusconi a nome mio e del Governo un saluto affettuoso”.
Manifestando “amara soddisfazione”, adesso si grida alla giustizia da FI nei confronti del Cavaliere, tanto che il capogruppo Alessandro Cattaneo nell’Aula della Camera ha affermato che “Forza Italia chiede la immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico”. “Giustizia è fatta, questo processo non si doveva proprio fare, il calvario finalmente finisce, ora chi risarcirà il Cav dei danni morali e politici?” è il coro unanime dei forzisti, ma Fratelli d’Italia non sembra essere d’accordo e frenano precisando che proporre una Commissione d’inchiesta sull’uso politico della giustizia è una boutade, un asso di bastoni lanciato sull’onda emotiva dell’assoluzione di Silvio Berlusconi. Secondo diversi deputati di spicco di Fratelli d’Italia non si deve fare di tutta l’erba un fascio, il 90% dei magistrati fa bene il proprio lavoro e che per i casi poco chiari bastano delle ispezioni mirate.
Redazione La Pagina