Il premier Silvio Berlusconi conferma: il 15 giugno prossimo andrà a Washington per incontrare il presidente Usa, Barack Obama. Al centro del primo faccia a faccia tra il presidente del Consiglio e il capo dell’amministrazione americana ci sarà il G8 e “le nuove regole dell’economia e della finanza mondiale”, ha spiegato Berlusconi intervenendo a Rai-Telecamere e sottolineando che il prossimo vertice dei Grandi della Terra, in programma a L’Aquila dall’8 al 10 luglio, “sarà uno dei più importanti degli ultimi anni”.
Un G8 “intenso”, per i temi stringenti legati alla crisi, ma anche per altri importanti argomenti quali il clima, la non proliferazione e il Medio Oriente. Il bilaterale – al quale Palazzo Chigi e l’ambasciata italiana a Washington stanno lavorando sin dai primi giorni dell’insediamento di Obama alla Casa Bianca – era stato già anticipato nei giorni scorsi da Berlusconi che aveva annunciato il timing della visita per “metà giugno”.
Pur avendo incrociato Obama negli ultimi mesi, in occasione di vertici internazionali, Berlusconi – presidente di turno del G8 – non ha ancora avuto occasione di incontrare in un bilaterale il presidente Usa. I rapporti, seppur costruiti finora sul filo del telefono, sono comunque “eccellenti”, ha precisato qualche tempo fa il premier. L’appuntamento del 15 giugno a Washington sarà l’occasione per Berlusconi di provare ad instaurare con Obama un feeling personale. Elemento quest’ultimo da sempre considerato dal presidente del Consiglio una delle chiavi principali della sua politica estera. Anche se finora era mancata l’occasione per un incontro faccia a faccia, Berlusconi sarà così il secondo leader europeo – dopo Gordon Brown, primo ministro britannico – ad essere ricevuto a Washington.
Nel colloquio, però, potrebbero entrare anche altri dossier caldi sullo scenario internazionale. Primo tra tutti quello mediorientale che il presidente Usa ha posto in cima alle priorità di politica estera della sua amministrazione. Il bilaterale, previsto per la preparazione del G8, potrebbe essere così anche l’occasione per parlare dell’Iran e dei rapporti di Roma con Teheran, per affrontare il capitolo della chiusura di Guantanamo, cavallo di battaglia con cui Obama tenta di smarcarsi dalla politica del suo predecessore, per il quale gli Usa chiedono all’Italia di accogliere alcuni detenuti e sul quale Roma intende dare una mano all’alleato d’oltreoceano.