Come pubblicato oggi, nel suo esame trimestrale della situazione economica e monetaria la Banca nazionale prosegue invariata la propria politica monetaria espansiva. Ricordiamo che attualmente a livello internazionale la consorella FED americana ha previsto tre aumenti dei saggi di interesse per l’anno a venire, mentre la nel nostro continente la BCE dovrebbe proseguire la sua politica di prudente attendismo, ma non da intendersi come inerte. Tornando all’odierno annuncio della BNS, in nostro istituto di emissione ha inteso diffondere al mercato la sua intenzione di garantire una stabilità dei prezzi e preservare una ripresa dell’economia elvetica dalle conseguenze della pandemia da coronavirus.
La Banca nazionale mantiene a –0,75% il tasso guida BNS e il tasso di interesse sugli averi a vista detenuti sui suoi conti e ribadisce la disponibilità a intervenire all’occorrenza sul mercato dei cambi per contrastare la pressione al rialzo sul franco.
Tale risultato è il frutto di una considerazione ad ampio spettro della nostra la situazione valutaria.
Il corso del franco svizzero permane a livelli elevati. Proseguendo nell’esame del comunicato BNS, la nuova previsione condizionata di inflazione presenta per questo e il prossimo anno valori lievemente superiori a quella formulata in settembre. Ciò è riconducibile principalmente all’aumento dei prezzi all’importazione, soprattutto per i prodotti petroliferi e per i beni interessati dalle difficoltà di approvvigionamento a livello globale. Nel più lungo termine, la previsione del nostro istituto di emissione è pressoché invariata rispetto a tre mesi fa. Essa si colloca per il 2021 allo 0,6%, per il 2022 all’1,0% e per il 2023 allo 0,6%. La previsione condizionata di inflazione si basa sull’assunto che il tasso guida BNS rimanga pari a −0,75% lungo l’intero orizzonte previsivo. Tuttavia, osserva la nostra banca centrale, la pandemia da coronavirus continua a condizionare la situazione economica internazionale. Nel terzo trimestre la ripresa dell’economia mondiale si è leggermente indebolita a causa di ondate di contagi locali e carenze nelle forniture in diversi comparti dell’industria. Al tempo stesso, l’inflazione ha raggiunto livelli insolitamente alti sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro. Oltre alle difficoltà di approvvigionamento, una causa importante di questa evoluzione è legata all’aumento dei prezzi energetici. Di conseguenza, nel suo scenario di base per l’economia mondiale la BNS parte dall’assunto che, nonostante l’attuale andamento sfavorevole della pandemia, non si imporranno nuovamente vaste misure di contenimento. La ripresa congiunturale dovrebbe quindi perdurare, seppure a un ritmo un po’ attenuato. Nello stesso tempo, le carenze nelle forniture potrebbero permanere ancora per un certo tempo e comportare rialzi di prezzo per i beni interessati. A medio termine questa situazione dovrebbe però assumere toni piu’ riflessivi e l’inflazione estera tornare a scendere a livelli più moderati. Nell’ultimo trimestre, osserva BNS, in Svizzera è proseguita la ripresa economica. Il prodotto interno lordo-PIL, l’indice che misura la nostra produzione industriale nel suo complesso, ha registrato nuovamente una crescita vigorosa, superando così per la prima volta il livello precrisi. Anche sul mercato del lavoro la situazione è ulteriormente migliorata. Il PIL dovrebbe crescere quest’anno del 3,5% circa. Si tratta di una progressione leggermente superiore rispetto a quanto atteso dalla BNS in settembre, dato che alcuni comparti del terziario, come i servizi di alloggio e ristorazione, hanno mostrato un andamento più dinamico del previsto. Recentemente, però, la congiuntura mostra di iniziare a perdere parte del suo slancio. Nel suo scenario di base per la Svizzera la Banca nazionale dunque si attende che la ripresa economica prosegua nel prossimo anno, tuttavia partendo anche dall’assunto che non si dovranno adottare ulteriori misure penalizzanti per l’attività economica. Alla luce di ciò, per il 2022 BNS si aspetta una variazione positiva del PIL nazionale pari al 3% circa. La disoccupazione dovrebbe diminuire ancora leggermente e il grado di utilizzo delle capacità produttive normalizzarsi ulteriormente. Tuttavia va riconosciuto che il recente inasprimento della situazione pandemica sta nuovamente accentuando l’incertezza sulle previsioni sia per l’estero che per la Svizzera. Non resta quindi che riconoscere che l’andamento congiunturale nei prossimi trimestri dipenderà in modo determinante da quali ulteriori misure di contenimento saranno adottate nei diversi paesi. Da ultimo, BNS osserva che i prestiti ipotecari e i prezzi degli immobili residenziali sono fortemente aumentati negli ultimi trimestri. Nel complesso, la vulnerabilità del mercato ipotecario e di quello immobiliare è cresciuta ancora. Queste le premesse per cui la Banca nazionale ha annunciato che continuerà a verificare regolarmente se il cuscinetto anticiclico di capitale debba essere riattivato.
di Andreas Grandi
Foto: BNS media