Votazioni del 28 febbraio
Respinte le iniziative sugli svantaggi per coppie sposate e contro la speculazione sulle derrate alimentari. Alta la partecipazione al voto con il 63%
L’iniziativa UDC “Per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati” è stata nettamente respinta e ora entrerà in vigore la legge d’applicazione che il parlamento ha elaborato, riformulando alcuni passaggi e inserendo una “clausola di rigore” che permetterà al giudice, in casi meno gravi, di sospendere la decisione d’espulsione. Per l’UDC la legge d’applicazione per l’iniziativa d’espulsione (accettata dal popolo svizzero nel novembre 2010, con il 52,9% di suffragi) approvata nel marzo 2015 dalle Camere federali, non rispettava la volontà popolare e il partito ha escogitato un nuovo mezzo politico di pressione lanciando l’iniziativa per l’attuazione. Il popolo l’ha però bocciata con il 58.9% di voti, contro il 41.1% di favorevoli e l’approvazione in quattro cantoni e mezzo, tra cui il Ticino. L’UDC ha accettato la sconfitta senza patemi. “Bisogna riconoscerlo senz’invidia che la migliore mobilitazione degli avversari è stata decisiva al fine del “no” all’iniziativa”, ha commentato Adrian Amstutz, presidente della frazione parlamentare UDC, ricordando al parlamento di non dimenticare la promessa “di attuare la ‘clausola di rigore’ nei delitti gravi”. In un comunicato il partito ha avvisato che “vigilerà sui giudici e non esiterà a esigere correttivi, ce ne fosse bisogno”. Anche stavolta l’UDC era sola contro tutti, ma su questa iniziativa è uscita sconfitta perché gli appelli e la forte mobilitazione senza precedenza della società civile hanno dato i loro frutti e gli argomenti degli oppositori hanno fatto breccia, soprattutto in difesa dei “secondos”. Il “no” è stato “un segnale di fiducia nell’operato delle istituzioni e dello Stato di diritto”, ha commentato la ministra di giustizia, Simonetta Sommaruga, “un atto di maturità nel rispetto della separazione dei poteri”.
SI al Risanamento della galleria del San Gottardo
Probabilmente, intorno al 2020, si costruirà un secondo tunnel autostradale a due corsie nel San Gottardo. Dato che la costituzione, dopo il “sì” all’articolo cost
ituzionale sulla protezione delle Alpi, approvato dai votanti nel 1994, vieta l’aumento delle capacità delle strade di transito nella regione alpina, si prevede l’uso per ogni direzione di una sola corsia, mentre l’altra servirà come corsia di soccorso. Si tratta di una soluzione per far fronte al risanamento del tunnel e la maggioranza del popolo svizzero si è espressa in favore del raddoppio della galleria stradale del San Gottardo, dando fiducia al progetto del governo. La legge federale sul transito stradale nella regione alpina, accettata dal parlamento nel 2014, ha trovato alle urne il consenso del 57% dei votanti, contro il 43% di contrari. Ai contrari non è bastata una campagna in crescendo e ora chiedono il rispetto degli impegni presi dal governo di evitare l’aumento delle capacità delle strade di transito nella regione alpina e di seguire la politica del trasferimento del traffico dalla strada alle rotaie. La coesione nazionale è stata un argomento forte dei fautori. Il “si” è stato un atto solidale con il Ticino, che altrimenti sarebbe rimasto isolato per tre anni. Anche la sicurezza all’interno della galleria è stata uno dei punti forti dei vincitori e la determinazione della ministra dei trasporti, Doris Leuthard, ha fatto probabilmente pendere l’ago della bilancia a favore. Nella conferenza stampa post votum, Leuthard ha detto visibilmente soddisfatta: “Entro il 2030, terminati i lavori del secondo tunnel e il risanamento di quello esistente, la Svizzera disporrà di due gallerie moderne e sicure”. A sorpresa il Canton Uri ha detto “sì” alla legge federale, probabilmente perché la questione della sicurezza ha convinto i votanti, mentre il “sì” in Ticino è stato più basso delle attese, dopo un’agguerrita campagna di voto. Il collegamento essenziale del cantone alla Svizzera alla fine è stato decisivo, perché il San Gottardo non è solo una galleria per le vacanze.
NO all’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia No agli svantaggi per le coppie sposate”
Si è dovuto attendere lo spoglio delle schede di tutti i cantoni per conoscere l’esito. Con un risultato di strettissima misura è stata bocciata l’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia” che chiedeva che le coppie sposate non fossero svantaggiate rispetto ai concubini sul piano fiscale e delle assicurazioni sociali. Il 50.8% dei votanti l’ha respinta (55.000 voti di differenza). Il Partito popolare democratico (PPD) è deluso della sconfitta, ma vede il risultato come un mezzo successo “la chiara maggioranza dei cantoni ha dato un segnale alla parificazione fiscale tra coppie sposate e concubini anche a livello federale”. La disparità riguarda circa 80.000 coppie sposate che a parità di reddito devono pagare più imposte federali dirette rispetto ai concubini. Anche il Consiglio federale è cosciente della necessità delle riforme. “È compito del governo federale realizzare una tassazione del matrimonio costituzionale”, ha dichiarato Ueli Maurer, ministro delle finanze, ricordando che il governo è già impegnato in tale direzione. Il comitato del “no” è soddisfatto, perché i votanti hanno svelato “l’imbroglio”, che avrebbe portato alla discriminazione delle coppie omosessuali – con l’insistenza del PPD di blindare il matrimonio nella costituzione – e alle ripercussioni finanziarie sulle casse federali per 2.3 miliardi di franchi.
NO all’iniziativa “Contro la speculazione sulle derrate alimentari”
Rimarrà consentita la speculazione finanziaria sugli alimenti di basi, come il granoturco, il mais o il riso. L’iniziativa promossa dalla Gioventù Socialista (GISO) chiedeva di vietare agli istituti finanziari attivi in Svizzera investimenti in strumenti legati ai prodotti alimentari. L’obiettivo era stabilizzare i prezzi ed evitare una crescita sulle derrate alimentari per combattere la fame nel mondo. Queste soluzioni non hanno convinto l’elettorato che ha bocciato l’iniziativa “Contro la speculazione sulle derrate alimentari” con il 59.9% dei voti. Per il presidente della GISO, Fabian Molina, il risultato è positivo con il 40% dei favorevoli e il consenso dei cantoni Basilea città e Giura. Ciò permette, ha dichiarato Molina, di ricordare agli oppositori di rispettare quando promesso durante la campagna di voto: al governo federale chiede di non ridurre l’aiuto allo sviluppo e di applicare l’Agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo sostenibile, che ha come uno degli obiettivi, proprio quello di ridurre l’estrema volatilità dei prezzi delle derrate alimentari.