Bersani: se la maggioranza insiste sul processo breve, “difficile fare riforme”
BOSSI, PENSO SIA DA RIVEDERE LEGGE SU PENTITI – Il ministro delle Riforme Umberto Bossi pensa che la legge sui pentiti vada rivista. A margine di una visita al presepe di Palazzo Marino a Milano, il capo del Carroccio ha risposto “per me sì” a chi gli chiedeva se la legge debba essere modificata. “Berlusconi non penso vada in giro a mettere bombe – ha detto -. Diciamo che la mafia si è un po’ arrabbiata perché noi abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia e quindi si è mossa e si sta muovendo”. La Lega Nord è aperta a riforme condivise. Il ministro delle Riforme Umberto Bossi lo ha sottolineato ricordando però che la sua riforma costituzionale che prevedeva “la diminuzione del numero di parlamentari fu bocciata dalla sinistra”. “Può darsi – ha osservato – che si sia pentita e sia d’accordo a fare una legge comune per cambiare alcune cose”. Il Senatur ha sottolineato che “le riforme costituzionali non sono ad personam ma servono a cambiare il Paese”.
LA RUSSA: MODIFICHE A PROCESSO BREVE – “Nessun provvedimento è mai stato approvato così come era partito: per forza ci saranno modifiche soprattutto sulle questioni di dubbia costituzionalità”. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa a proposito del Ddl sul processo breve, pur giudicando le finalità del provvedimento un “atto di civiltà”. “Mi auguro che tutti capiscano – ha aggiunto La Russa a margine dell’inaugurazione delle luci di Natale a Milano – che non si può vivere di solo antiberlusconismo: è necessario fissare tempi ragionevoli per i processi, perché è un atto di civiltà e non bisogna domandarsi se serva a questo o a quell’altro”.
VIOLANTE: RIFORMA SISTEMA, BONDI: C’E’ SPIRAGLIO – Luciano Violante, dalle pagine del Corriere della Sera, riflette sulla “fragilità strutturale” del sistema e rilancia sulla necessità di riforme costituzionali “dentro le quali si deve rivedere anche il rapporto tra politica e giustizia”. Una riflessione che parte dalle accuse del pentito Gaspare Spatuzza a Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. “Da nove giorni – sottolinea l’ex presidente della Camera – il futuro politico del sistema italiano sta girando attorno alle parole di un pentito di mafia”. Da qui la valutazione di un sistema “fragile” a cui si deve porre rimedio con “un gesto sano per il nostro paese che – prosegue – oggi ha un unico perno attorno a cui, bene o male, ruota: il presidente del Consiglio”. “Il Pdl è un partito carismatico, fondato sulla forza del capo e, per il grande peso di quel partito e di quel capo stiamo diventando un regime carismatico”. Ma l’indebolimento del “carisma del capo” – spiega ancora Violante – mette in crisi “partito e sistema”. Ecco quindi la necessità di “consolidare il sistema attraverso le riforme”. “Le riflessioni condotte oggi dall’On. Luciano Violante sulle pagine del Corriere della Sera non possono non essere apprezzate – commenta il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi – soprattutto perché aprono uno spiraglio positivo riguardo alla possibilità di realizzare quelle riforme di cui l’Italia ha urgente bisogno, a partire da un nuovo rapporto tra politica e giustizia”. “Se si pensa poi che anche ‘La Repubblica’ oggi sembra fare marcia indietro, affacciando dubbi sull’attendibilità di rivelazioni “premature”, si comprende- aggiunge Bondi – come la domanda posta da Luciano Violante sulle “ragioni politiche che stanno muovendo questi mafiosi” sia non solo fondata ma tale da aprire scenari imprevedibili”.
BERSANI: CON PROCESSO BREVE DIFFICILI RIFORME – Se il centrodestra insisterà sul processo breve si creerà “un clima” in Parlamento e nell’opinione pubblica, che “rende difficile fare riforme”. Lo ha detto Pierluigi Bersani, segretario del Pd, alla trasmissione “In mezz’ora”. Per quanto riguarda il confronto in Parlamento rulle riforme, compresa la giustizia, Bersani ha sintetizzato la posizione del Pd con una formula: “Mai leggi ad personam, si a riforme che interessino i cittadini”. Bersani ha poi detto che il Pd è contrario al processo breve, che “vuol dire cancellare i processi”. “Io dico andiamo avanti con le leggi attuali finché non si fa una riflessione di sistema. Sono già otto volte che il centrodestra tenta di aggirare il sistema con soluzioni ad personam”. “Noi ci opporremo – ha insistito – e secondo me, come negli altri casi, queste leggi non andranno da nessuna parte: o per l’opposizione o per la bocciatura della Corte costituzionale”. Noi “siamo pronti a discutere: abbiamo le nostre proposte e siamo anche disposti a discutere per parti. Detto questo, io aggiungo: ritirate queste norme (sul processo breve ndr) che tanto non hanno esito. Se si vuole cancellare migliaia di processi ai colletti bianchi, ciò creerà un clima che rende difficile fare riforme”. “C’é un limite – ha detto ancora Bersani – c’é un opinione pubblica, c’é l’uguaglianza dei cittadini: questo lo deve capire il centrodestra”. “Noi siamo pronti a parlare di rapporti sistemici tra Giustizia, Parlamento e Politica – ha concluso – quanto all’immunità io credo che sia l’ultima delle cose a cui mettere mano”.
DONATI: SI’ RIFORME, NON COLPI SPUGNA PREMIER – “Siamo favorevoli ad una riforma della giustizia, che parta da due punti fermi: velocizzare i processi e garantire la certezza della pena. Sono questi i mali della giustizia italiana, i punti da correggere per rendere un servizio vero ai cittadini. Siamo contrari e ci opporremo in tutte le sedi, invece, a qualsiasi colpo di spugna per i processi che riguardano Berlusconi e la politica”. Così Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, commenta le parole di Violante. “Non avalleremo, ma denunceremo – ha aggiunto Donadi – qualsiasi tentativo di elevare la Casta al di sopra della giustizia e di tutti gli altri cittadini. Non ci fidiamo di una maggioranza in evidente conflitto d’interessi politico-giudiziario”.
[07.12.09 10:31:55] Isabella La Rocca: Clima, appello della stampa per Copenaghen
Identico appello su 56 giornali del mondo, 20 le lingue usate
LONDRA, 7 DIC – Cinquantasei giornali pubblicano oggi lo stesso editoriale per chiedere ai leader del mondo misure efficaci sul riscaldamento climatico. Questo naturalmente nel vertice di Copenaghen. Mentre si apre il vertice, giornali come Le Monde (Francia), Miami Herald (Usa), La Repubblica (Italia), Cambodia Deily (Cambogia) e Gulf Time (Qatar), per citarne alcuni, lanciano un monito contro una situazione di stallo che porterebbe il pianeta al surriscaldamento.