Si parla di crimini contro l’umanità, di stragi contro i cittadini, si dice che ormai si è oltrepassato di gran lunga il confine tra guerra e barbarie, come se la guerra di per sé non fosse già sinonimo di barbarie, inciviltà, disumanità. Il confine è stato superato il 24 febbraio scorso, allo scoppio del primo ordigno, al primo pianto dei bambini, alle prime fughe degli anziani, ai primi uomini che hanno dovuto separarsi dalle famiglie per combattere. Invece sembra che ci siamo svegliati in questi giorni, con le immagini del massacro di Bucha con i suoi cadaveri scomposti e per strada, con le fosse comuni appena scoperte, con i corpi martoriati e torturati che ci vengono mostrati. Allora ci occorre vedere la brutalità delle immagini della guerra per capire quanto è crudele e terribile? Alla San Tommaso, “se non vedo non credo”, anzi peggio, poiché anche se vediamo, non crediamo perché è tutto complotto e artificio per convincere l’Occidente da che parte stare. In una guerra non ci sono parti da prendere, c’è solo da sperare che tutto finisca il prima possibile. Invece non solo abbiamo bisogno di immagini terribili come quelle di Bucha per sensibilizzarci di fronte ad una guerra e per credere a quello che ci raccontano e ci riportano dal fronte, ma ne abbiamo bisogno anche per screditare le stesse immagini, una sorta di San Tommaso 2.0, che è più avanti dai soliti creduloni ammaestrati a ricevere e dare per buono le notizie fornite dal mainstream e se ne sconvolgono. Loro non credono a quello che vedono perché sono più avanti rispetto agli altri, sanno collegarsi meglio, sanno fare le giuste ricerche, sanno scernere meglio le notizie che possono essere prese per vero e che, per la maggior parte delle volte, sono quelle meno supportate dall’opinione pubblica di massa.
Che si creda o no a quello che si vede o che ci riferiscono, la domanda principale è se davvero abbiamo bisogno delle verifiche per decretare che una guerra è un crimine contro l’umanità di per sé? Abbiamo bisogno dei cadaveri con le mani legate dietro la schiena per capire che una guerra comporta stragi di civili? Abbiamo bisogno dei bambini orfani, delle donne stuprate, degli uomini torturati per parlare di barbarie?
Abbiamo bisogno degli ucraini che denunciano e dei russi che smentiscono; di quelli che patteggiano per Putin, di quelli che la colpa è degli Usa, di quelli che l’Occidente non può rimanere indifferente per condurre una nostra personale guerra, inutile e ridicola, contro il prossimo e contro le idee comuni.
Non dovrebbero essere le immagini a determinare la drammaticità di quello che sta succedendo: la guerra è quello che è, questo dovrebbe essere chiaro a tutti, è sempre un crimine contro l’umanità.
Redazione La Pagina