Cosa c’è di meglio e di più soddisfacente di un piatto fumante di pasta? Nulla, non perdiamoci in chiacchiere. Al ragù, con panna, al sugo fresco e basilico, allo scoglio, in brodo, al cacio e pepe, con cime di rapa, funghi e salciccia, aglio olio e peperoncino… ce n’è per tutti i gusti. Bisognerebbe erigere un monumento a questa pietanza che ci rappresenta in tutto il mondo. Ah c’è già, il monumento al tortellino in bronzo, cemento e tavertino, dello scultore Gianni Ferrari in Piazza Aldo Moro a Castelfranco Emilia. Allora perché non dedicare perfino una giornata mondiale a uno dei simboli culinari più rappresentativi dell’Italia? C’è anche questa ed è proprio oggi. Il 25 ottobre, infatti, si celebra la pasta, in tutte le sue forme e varianti, la pietanza che più di tutte ci rappresenta, insieme alla pizza, e che è la più usata nel mondo.
Alimento completo, che giova alla salute, al pianeta e alle tasche, la pasta entra di diritto tra gli alimenti che si sono aggiudicati una giornata per celebrarne i fasti, il World Pasta Day, che oggi giunge alla 23a edizione, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione su questo alimento che è alla base della salutare Dieta Mediterranea (patrimonio dell’Unesco).
Solo gli italiani consumano circa 28 kg di pasta per persona in un anno, per un totale di 2 milioni di tonnellate e un valore di oltre 3 miliardi di Euro. Il dato aumenta non di poco se si considera il consumo di pasta all’estero, grazie anche alla diffusione del Made in Italy – e qui noi italiani all’estero possiamo prenderci anche gran parte dei meriti – che quest’anno, in modo particolare, sembra essere “da record”. Lo ha detto a settembre il ministro degli Esteri Di Maio, all’Italian Export Forum che “nei primi sette mesi del 2021 l’export di Made in Italy ha registrato un +22,8% export, rispetto al 2020 con un valore di 300 miliardi, ma – dato più importante – questo dato è superiore a quello del 2019, quando nei primi sette mesi il valore era di 287 miliardi. Il 2021 è l’anno record di sempre per l’export di Made in Italy nel mondo”.
E non ci stupiamo di certo se gran parte del merito è proprio da attribuire alla qualità degli alimenti nostrani proprio come la pasta. “L’Italia è il primo Paese produttore di pasta a livello mondiale. Più del 60% della produzione è destinato all’esportazione”, afferma presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in occasione di questa “Giornata mondiale della pasta”, ma siamo sicuri che la pasta che esportiamo in tutto il mondo sia un prodotto totalmente Made in Italy? Eh no… purtroppo non è tutta farina dei sacchi… nostrani. Continua Giasanti nel suo intervento rivelando che “solo il 60-70% del grano duro utilizzato arriva dalle imprese agricole italiane. Possiamo e dobbiamo fare di più per rafforzare ulteriormente la filiera”. La cosa ci delude un po’, ma speriamo che si riesca davvero a porre rimedio a questa mancanza, l’Italia ha tutte le carte in regola per offrire una pietanza degna del pieno marchio Made in Italy e non sarà un misero 30% di grano importato a farci buttare la pasta o forse sì, ma in pentola… soprattutto oggi un piatto di pasta non ce lo leva nessuno!
Redazione La Pagina